La Corte suprema tedesca ha respinto la richiesta presentata alla fine del 2013 dal Bundesrat, il Senato federale, di vietare il partito neonazista Npd in Germania. L’Npd «persegue effettivamente obiettivi contrari alla Costituzione – ha spiegato il presidente della Corte Andreas Vosskuhle – ma al momento mancano indizi di peso, che lascino sembrare possibile che la sua azione possa avere successo».

Il partito dell’estrema destra tedesca raggiunge infatti livelli bassissimi di consenso, conta poco più di 6mila iscritti ed è rappresentato soltanto nei Comuni – per accedere al Bundestag, al Parlamento, la soglia minima è del 5%. Ma ha un rappresentante nel parlamento europeo, si tratta dell’ex leader del partito Udo Voigt, che nel 2004 è stato condannato per aver elogiato il nazismo dicendo che Adolf Hitler era stato «un grande statista».

Udo Voigt

 

«Un giorno tragico per una robusta democrazia» ha commentato sulla «Bild» il vicepresidente del Comitato internazionale Auschwitz, Christoph Heubner.

Il ministro dell’Interno Thomas de Maizière ha raccomandato il servizio di sicurezza interno a proseguire nella sorveglianza dell’Npd, ma ha osservato che il fatto che l’Alta Corte l’abbia giudicato ininfluente «è un segnale forte che il contrasto all’Npd è stato condotto negli ultimi decenni con successo».

 

Karlsruhe

I giudici di Karlsruhe, pur non vietando l’Npd, hanno tuttavia lasciato aperta la strada al ritiro dei finanziamenti pubblici di cui gode, decisione che spetta al legislatore.

Ipotesi su cui si sono già dichiarati disponibili i capigruppo di Unione (Cdu-Csu) e Spd.