In generale, sostenere che i Collegi Infermieri (IPASVI) e la Federazione Nazionale di tali Collegi siano i responsabili di quanto accade nel nostro Paese è un assurdo.
Sarebbe come sostenere che il Sindacato è direttamente responsabile della situazione di crisi e di debolezza in cui versano gli infermieri in quanto da anni non è in grado di firmare un nuovo contratto a favore dei propri rappresentati, migliorando le singole situazioni economiche e finendo, almeno alcuni, per concentrarsi ad offrire servizi assicurativi o corsi di aggiornamento per legittimare la trattenuta sindacale agli occhi dei propri iscritti.

A fronte di tale affermazione, il Sindacato eccepirebbe che – purtroppo e per ragioni estranee alla sua volontà – non è possibile firmare un nuovo contratto in quanto non sussistono le risorse economiche per farvi fronte. Se tale legittima eccezione vale per i sindacati, vale anche per gli Enti che rappresentano i professionisti, che non possono divenire oggetto di dileggio.

Da quest’ultimo profilo si distingue quanto sostenuto da Ivan Cavicchi che non tiene conto del ruolo istituzionale e delle funzioni svolte dagli Enti rappresentativi delle diverse professioni e, in particolare, dalla Federazione Ipasvi. In particolare, Cavicchi utilizza tutta una serie di falsificazioni dei dati posti a fondamento delle sue affermazioni al fine di poter svolgere dei ragionamenti finalizzati solo a creare discredito e offese nei confronti dei Collegi e della Federazione Ipasvi.

E’ falso affermare «Tutti gli infermieri d’Italia, occupati e disoccupati, (circa 420 mila) ogni anno pagano una tassa ad Equitalia, per poter esercitare la loro professione e finanziare i loro collegi professionali». Gli infermieri pagano la quota di iscrizione al loro Collegio provinciale con le stesse modalità utilizzate dagli iscritti agli altri Ordini e Collegi professionali.

E’ falso affermare «Ogni anno entra nelle casse dei collegi professionali una enorme quantità di denaro (si parla di 28 milioni di euro)». Vi sono 103 collegi Ipasvi che autonomamente determinano, con voto in una assemblea aperta a tutti gli iscritti, la quota di iscrizione. Ognuno dei 103 Collegi versa alla Federazione per ogni proprio iscritto 8 euro/anno. L’ammontare complessivo per la Federazione è pari a poco meno di 3 milioni di euro/anno.

E’ falso affermare «Il denaro degli infermieri viene usato in modo discrezionale, da chi comanda, per alimentare e mantenere soprattutto forme di potere medioevali». Ogni spesa viene deliberata dal Consiglio direttivo a livello locale (composto da 15 membri) e dal Comitato centrale a livello nazionale (composto da 7 membri) oltre che controllata dal Collegio dei Revisori dei conti. Ogni anno il Consiglio direttivo di ogni Collegio provinciale sottopone ai propri iscritti per l’approvazione, il conto consuntivo dell’anno precedente e il bilancio preventivo per l’anno in corso. Parimenti entro il mese di marzo di ogni anno viene sottoposto all’approvazione dei 103 Presidenti provinciali il conto consuntivo e il bilancio preventivo della Federazione Ipasvi.

E’ falso affermare che vi è «il blocco di potere, che perdura da almeno 20 anni». Sono stata votata presidente Ipasvi per la prima volta nell’aprile del 2000. Sono stata successivamente rieletta con maggioranze significative dai Presidenti Ipasvi.

E’ falso affermare che «un’infermiera intraprendente è da molti anni Presidente della Federazione nazionale dei collegi dal momento che i mandati sono a tempo illimitato». I mandati sono triennali e al termine di ogni mandato vengono eletti dai Presidenti provinciali, secondo legge, i 7 membri del Comitato centrale della Federazione Ipasvi che a loro volta eleggono al loro interno il Presidente.

E’ falso affermare che la Presidente della Federazione percepisce «retribuzioni cospicue, libere da quei tetti imposti dalla politica ai grandi manager, ai grandi funzionari dello Stato». Fin dal 2000 ho svolto il mio mandato di Presidente della Federazione (come del resto tutti i presidenti provinciali) utilizzando il mio tempo libero visto che non è prevista alcuna forma di distacco dal lavoro.

I Presidenti Ipasvi possono percepire un’indennità di funzione; nel mio caso, decisa e deliberata dal Comitato centrale. L’indennità di funzione che percepisco è ben al di sotto dei tetti per i manager dello Stato ed è pari a 3.393 euro/mese lordi.

E’ falso affermare che la «Presidente della Federazione nazionale dei collegi, l’onorevole senatrice è socia di una società che offre agli infermieri servizi assicurativi (Promesa)». Pro.me.sa (associazione finalizzata allo sviluppo di forme di protezione per le professioni sanitarie) è una Associazione senza fini di lucro. Sono membro del Consiglio direttivo insieme ad altre 5 persone tra cui il Presidente della Federazione nazionale dei Collegi dei Tecnici di radiologia medica. I componenti del direttivo non percepiscono alcun compenso nè alcun rimborso spese. E’ falso affermare che «per gli infermieri dovrebbe valere l’obbligo della copertura assicurativa».

Non vi è alcuna obbligo assicurativo e qualora si desse corso alla cosiddetta “legge Balduzzi” l’obbligo riguarderà unicamente gli infermieri libero professionisti che sono circa 30.000. E’ falso affermare che «La presidente e senatrice del Pd, con una serie di circolari sollecita i collegi a non rispondere alle domande perché non sono ammesse discussioni fuori dagli organismi statutari… i collegi obbediscono». Si producano tali fantomatiche circolari; io non ne ho emanata alcuna di tale tenore.

E’ falso affermare che la Presidente «chiede di assumere, se il caso, iniziative legali contro una infermiera che rispondendo alle domande si è permessa di domandare ai collegi maggiore trasparenza… i collegi obbediscono». Si produca tale richiesta insieme alle “obbedienti” risposte dei Consigli direttivi dei 103 Collegi provinciali Ipasvi. E’ falso affermare che «Quindi a verificare se esistono ragioni contro di lei per adottare dei provvedimenti disciplinari (…) il collegio di pertinenza (…) obtorto collo obbedisce e convoca». Il carteggio con il Collegio Ipasvi in questione è pubblico e può essere prodotto insieme alla nota conclusiva sul caso in questione.

Sulle altre considerazioni di Cavicchi non voglio nulla aggiungere.

* Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi

 

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