«Verrà liberato sabato». Così ha annunciato in twitter il presidente colombiano Manuel Santos. Sabato prossimo, le Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc) dovrebbero quindi rilasciare il loro prigioniero di guerra più titolato, il generale Ruben Dario Alzate Mora,comandante della Forza di Tarea Titan. Con lui, dovrebbero tornare a casa anche il sottufficiale José Rodriguez Contreras e l’avvocata dell’esercito Gloria Urrego, catturati nel Choco, una zona controllata dalla guerriglia. Il presidente ha assicurato di aver già sospeso le operazioni militari nella zona, come richiesto dalla guerriglia e dalle organizzazioni popolari della sinistra, che premono per la ripresa delle trattative di pace.

Il generale e gli altri prigionieri avrebbero potuto tornare a casa già prima, ma le Farc hanno denunciato la mancata sospensione delle operazioni militari e la liberazione è stata ritardata. Il generale – ha fatto notare la guerriglia marxista – ha violato i protocolli di sicurezza, addentrandosi disarmato e in abiti civili in quella zona di guerra. Lo stesso Santos si è pubblicamente interrogato sul perché il generale – non certo un novellino – si trovasse in quella zona. E in molti hanno visto un qualche intervento del principale nemico del processo di pace, l’ex presidente Alvaro Uribe. Quest’ultimo ha d’altro canto annunciato la cattura del generale ben prima che il governo ne desse notizia ufficialmente. E Santos ha subito sospeso i colloqui governativi, in corso all’Avana da due anni. Le Farc hanno però dopo poco annunciato la loro volontà di liberare i prigionieri senza condizioni. Nel frattempo, la sinistra manifestava sostegno alla ripresa del dialogo che può portare a soluzione politica il cinquantennale conflitto armato in Colombia. E per dare un segnale preciso, la guerriglia ha consegnato ai garanti del processo di pace (Norvegia, Venezuela e Cuba) due soldati catturati durante uno scontro nell’est del paese, il 9 novembre. La Croce rossa li ha presi in consegna e li ha affidati all’esercito perché li riportasse a casa.

Le trattative all’Avana sono in corso dal 12 novembre del 2012 e sono stati raggiunti già importanti accordi previsti in agenda. Quando il dialogo è stato interrotto, stava per arrivare a Cuba un altro gruppo di vittime, parte in causa nel processo di pace. Si calcola che il conflitto armato abbia prodotto quasi 4 milioni di sfollati e 600.000 morti. Il processo di pace ha rimesso in moto energie nuove e nuove speranze, in Colombia, e la sinistra ha votato per la rielezione di Santos soprattutto in quanto portatore di una soluzione politica: il cui quadro non risolverà certo i problemi strutturali del paese ma potrebbe creare i presupposti per un cambio di indirizzo profondo. Anche per questo, alcuni movimenti popolari come Marcia patriottica hanno deciso di presentarsi alle elezioni comunali dell’anno prossimo.