Dopo la nascita del governo di Costa, appoggiato da Bloco de esquerda e Partido Comunista Portoguese ma composto da membri o personalità vicine al solo Partido Socialista, abbiamo raggiunto Margarida Antunes, professoressa di Economia all’Università di Coimbra, per analizzare la vicenda portoghese, a partire dal programma del nuovo esecutivo.

Il Bloco de esquerda e il Partido Comunista Portugues hanno dovuto rinunciare ad alcune delle loro rivendicazioni più forti, la sintesi raggiunta segna una discontinuità rispetto alle politiche dei governi precedenti?

Sì, perché il programma è ispirato al riorientamento delle politiche economiche verso la domanda, mentre i governi precedenti hanno costantemente ridotto la domanda e fatto politiche d’offerta. Secondo il programma sottoscritto dalle sinistre, nel 2016 si alzeranno gli stipendi dei dipendenti pubblici e si aumenterà progressivamente il salario minimo. Si ridurranno i contributi sociali per i salari sotto i 600 euro e si cercheranno di stabilizzare i posti di lavoro nel settore pubblico e privato. Le pensioni, ferme dal 2010, verranno aggiornate all’inflazione e il valore di alcune prestazioni sociali tornerà ai livelli precedenti ai tagli del 2011. Verrà migliorato l’accesso ai servizi pubblici, come la sanità, con la riduzione delle tariffe sanitarie, e l’istruzione, con la generalizzazione dell’educazione prescolastica. Sul versante fiscale verrà ridotta l’imposta sul valore aggiunto per i ristoratori, e ci sarà una maggior progressività delle imposte sul reddito. Le privatizzazioni verranno fermate, l’acqua rimarrà pubblica, e si tornerà indietro su quelle in atto, come quelle della Tap, la compagnia area di bandiera. Il programma elettorale del Ps non era molto diverso da quello della Coligação ma anche queste lievi differenze sono state duramente criticate dai media e dai commentatori politici. Il programma del governo Costa, rispetto al programma del Ps, differisce perlopiù nell’ampliamento delle misure volte alla domanda. Infatti lo scongelamento delle pensioni, l’aumento dei salari minimi, la lotta al precariato, non erano misure molto esplicite nel programma del Ps, e la riduzione dei contributi per i lavoratori ne era esclusa. Per mostrare la propria attenzione verso gli impegni europei, il Ps ha rivisto le stime del deficit tenendo conto di queste nuove proposte. Secondo questo nuovo conteggio, nei prossimi anni il deficit migliorerà rispetto alle stime precedenti, dato che andrà a diminuire progressivamente, tenendosi sempre sotto il 3%.

C’è stata una forte propaganda in favore della Coligação prima delle elezioni. E la partigianeria del presidente Silva ha fatto sì che persino il conservatore Daily Telegraph abbia gridato al colpo di stato. Come interpreta queste dinamiche?

Persino nel discorso di investitura, Silva non ha nascosto che questo governo non fosse la sua soluzione, per poi minacciare il governo di revocarlo in caso di deviazioni dalle politiche macroeconomiche precedentemente seguite in Portogallo. Costa gli ha ricordato che il suo governo nasce dal rifiuto dell’idea che manchino alternative a queste politiche, perché la democrazia crea sempre alternative. Ma la democrazia è stata ferita perché Silva ha provato ad escludere due partiti politici dal governo nominando Coelho. Così facendo il Presidente ha legittimato le reazioni dei mercati e delle istituzioni europee. Al contempo, penso che l’utilizzo dell’espressione «colpo di stato« sia stata esagerata, perché la coalizione di centro-destra aveva la legittimità politica per governare. Ciononostante, alcuni leader della destra e commentatori politici hanno usato la stessa espressione per indicare un governo di centro-sinistra. Tutto ciò è coerente con il comportamento di molti giornalisti che hanno mostrato un anacronistico sentimento anticomunista, come se il Muro non fosse ancora caduto. Il punto è che questi giornalisti sono gli stessi che in passato criticavano questi due partiti per non avere responsabilità di governo. Ma oltre che dai media, l’aiuto alla Coligação è arrivato dalle istituzioni europee, spaventate da ogni tipo di discostamento dal dogma neoliberale, dalle istituzioni portoghesi, che hanno pubblicato dati sulla povertà solo dopo le elezioni, e dal mondo delle imprese, che ha riportato i suoi fallimenti solo ad urne chiuse.

Il Partido Socialista si è mostrato incerto sull’identità da assumere ma, alla fine, Costa ha modificato il panorama politico portoghese facendo entrare nella maggioranza di governo delle forze che vi erano sempre rimaste escluse. Cosa è accaduto all’interno del PS?

Bisogna dire che il Ps era diviso rispetto al modo in cui Costa ha assunto la leadership del partito, e alcuni leader precedenti hanno contestato l’alleanza a sinistra. Il comportamento del PS può essere visto da due diverse prospettive. Una prima prospettiva è quella dello spostamento del PS come manifestazione di una genuina volontà dei socialisti nel porre fine ad un governo di destra. E in questa chiave gli interlocutori erano necessariamente il Bloco e il Partido comunista. La seconda prospettiva vede tutto ciò come una decisione di Costa, che, a Lisbona, come sindaco, ha fatto lo stesso. Il leader socialista, essendo stato sconfitto elettoralmente, avrebbe così deciso di rompere la conventio ad excludendum nei confronti di Be e Pcp. In ogni caso, nel processo di formazione del governo, Costa ha voluto dare l’idea di essere moderato, probabilmente per mostrare alle istituzioni europee che questo esecutivo rispetterà i vincoli europei. Ciononostante, la Commissione Europea ha sostenuto di voler parlare al più presto con il ministro delle finanze per conoscere le sue intenzioni. Il problema del nuovo governo è che ha pochi margini per essere alternativo alla corrente eurozona.