Il giorno seguente la fine della convention, il tour della campagna elettorale di Hillary Clinton e del suo vice, Tim Keine, è cominciato, con un comizio a Filadelfia, il primo di un tour a bordo di un pullman blindato che toccherà, come primi Stati, Ohio e Pennsylvania e poi il resto dell’America.

«I grandi eventi sono divertenti – ha detto Keine – ma questa è la parte di campagna che preferisco: non mi piace indossare la cravatta, preferisco calcare il marciapiede».

La palestra della Temple University, dove si è tenuto il comizio, è prevedibilmente stipata di gente, ciò che sorprende, e che aveva già sorpreso durante la convention, è il modo in cui i candidati sono stati accolti: applausi, boati e il grido «Usa, Usa» fino ad ora appannaggio della destra americana, come a rimarcare che il vero patriottismo è democratico, che i tradizionali valori americani sono solidarietà, diversità.

Dopo aver approvato una delle piattaforme più di sinistra di sempre, i democratici partono per il tour trasmettendo un contenuto progressista impacchettato con una carta repubblicana, costituita da slogan e concetti che si sono sempre trovati dall’altra parte, come l’ottimismo e la speranza.

La presentazione di Keine è quella di chi deve farsi conoscere dalla grande maggioranza degli elettori e presenta un’immagine di uomo di valori, ancorato al reale, che non appartiene ad una elite («nessuno nella mia famiglia ha mai fatto politica», ha tenuto a precisare).
Introdotta dal proprio vice, arriva Clinton, che per la prima volta pronuncia il discorso che verrà ripetuto fino allo sfinimento nei prossimi mesi.

Il concetto principale è quello di unità, visto anche lo slogan della sua campagna, «Forti Insieme», contrapposto al messaggio di divisione di Trump. Unità internazionale, rimarcando l’impegno a lavorare con i propri alleati, contro il progetto trumpiano di polverizzare la Nato, e unità come nazione che fa delle proprie differenze e della propria eterogeneità un valore e punto di forza, mentre Trump vagheggia una società di bianchi con tollerate e ricattabili maestranze più scure.

Si sottolinea la mancanza di contenuti della campagna repubblicana, «Trump riesce a parlare per 75 minuti senza dire niente – ha sottolineato Clinton – non ha un programma tranne quello di attaccare me», dell’oscurantismo del rivale, ma più di tutto Clinton parla dei democratici, del suo programma e di come possa essere abbracciato tanto da sinistra quanto dai repubblicani.

La campagna, giudicando da questo primo comizio, pare improntata più che sul concetto di democratici vs repubblicani, su quello di Trump vs l’America, un po’ perché i repubblicani come li conoscevamo non esistono più, un po’ per essere un partito unico di una nazione che si presenta come complessivamente progressista. Sul palco della convention appena conclusa si sono alternati rappresentanti di ogni tipologia di americani: transgender, etero, gay, musulmani, atei, cattolici, militari e anti militaristi, e non come un’accozzaglia ma come parte di un elemento organico.

Per sottolineare ancora di più questo concetto, Clinton fa un excursus storico che parte dai padri fondatori, dai loro valori fondamentali e da come questi siano arrivati fino a lei passando anche per dei presidenti repubblicani e che si sono sviluppati nel concetto di speranza di due grandi presidenti democratici, suo marito Bill e il presidente in carica Obama. Non è il tipo di comizio che ti fa tornare a casa parlandone con tutti, ma è un insieme di idee condivisibili dove l’elenco dei problemi del paese viene dettagliato ed è immediatamente seguito dalle soluzioni, per convincere gli scettici che la via da seguire è quella, se si vuol continuare a vivere in un Paese di cui non ci si vergogna.

È un comizio più per repubblicani abbandonati che per sanderistas delusi, probabilmente perché a questi ultimi le concessioni sono già state fatte ed incluse nella piattaforma.

Quando si parla di istruzione e di diritto allo studio, si parla di un programma che ridisegna l’intero percorso di studi a partire dall’asilo fino all’università, con rifinanziamenti e sostegni per quelli che l’università l’hanno già fatta ed ora stanno ripagando il debito, sostegni economici per gli studenti con famiglia (solitamente giovani afro americane o ispaniche che han avuto un figlio da adolescenti). Questo è uno dei contenuti fondamentali per gli elettori di Sanders e su cui probabilmente la campagna tornerà quando dovrà attraversare Stati di sinistra come il Vermont o Washington, ma ora tocca all’Ohio, ancora caldo di convention repubblicana ed il target da convincere non è quello dei delegati ribelli.

Clinton parla in modo rassicurante di unità e solidità, presentando un partito unico per chiunque non sia un invasato filorazzista, supportata da un vice, altrettanto grigio ma senza l’aura di privilegiato a circondarlo; i discorsi di fuoco ma senza sostanza li stanno lasciando a destra, da questo primo comizio pare chiaro che non sarà una gara a chi è più becero.

La principale fascia di voto di Trump, quella dei maschi bianchi con un livello di istruzione basso, probabilmente non cambierà idea per abbracciare i concetti della candidata democratica, ma si spera, come è stato detto, che probabilmente non ci siano abbastanza maschi bianchi incolti, in America, per eleggere Trump.