Il contenuto di questo articolo è il risultato di svariati incontri con Michele Metta, ricercatore e storico.

I dati in esso riportati non sono frutto di fantasia né dell’interlocutore tanto meno della penna dell’estensore. Per ragioni anche attinenti alla cosiddetta ‘strategia della tensione’ e per i collegamenti perversi che si abbarbicano alla strage di Bologna e alle stragi oggetto dell’investigazione pasoliniana, Metta gode del pieno sostegno di Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione Familiari delle Vittime della Strage di Bologna del 2/8/1980.

In principio era Permindex (Permanent Industrial Exhibition), ufficialmente una organizzazione commerciale con sedi in varie parti del mondo che,approdando in Italia, prenderà il nome di CMC, acronimo per Centro Commerciale Mondiale; nei fatti un’agenzia del crimine e del delitto politico.

Il CMC apre a Roma nel’ 58, all’EUR, in viale della Civiltà del Lavoro, a due passi da via Eufrate dove vive Pasolini e funge in realtà da copertura per attività di sovvertimento dell’ordine costituito. E’ finanziato dalla CIA di Allen Dulles per il tramite di due banche, la Seligman e la Schroder, e alla base del progetto c’è, in primis, la lotta senza quartiere al comunismo italiano,alla sua politica,alle sue strategie.

Stiamo parlando dello stesso CMC sul quale, nel ’67, indaga il Procuratore Distrettuale di New Orleans Jim Garrison il quale giunge alla conclusione che il Centro è coinvolto nell’assassinio di Kennedy.

Il lavoro di Garrison prende le mosse dal principale accusato, tale Clay Shaw. L’acquisizione di una messe di documenti top-secret provenienti proprio dagli archivi privati del Centro consentono a Metta di individuare nel CMC il fulcro del complotto e dell’assassinio di Pasolini.

Nel Consiglio di Amministrazione del Centro, sicuro rifugio di formazioni neofasciste eversive, pullulano persone pesantemente coinvolte nella strategia della tensione collegate ai Servizi Segreti. Alla guida dell’organismo c’è un avvocato, tale Giorgio Zeppieri, che si distingue da subito per la crociata condotta contro Pasolini.

E’ lui l’artefice della campagna di discredito che culmina nell’accusa di aver rapinato un benzinaio con una pistola caricata con pallottole d’oro.

Sono a lui direttamente riconducibili le minacce di morte ricevute dal poeta, le svariate aggressioni fisiche da parte di neofascisti (vedi l’aggressione dopo la presentazione di “Mamma Roma” e il tentativo di omicidio allorché una masnada di sconosciuti fanno per gettarlo nel Tevere da un ponte) e si spiega finalmente così la connessione del CMC con quello strano guasto perdurante alla centralina telefonica della SIP in via Eufrate che aveva privato per giorni lo scrittore (e con lui, ovviamente, molti altri utenti) della linea telefonica e che vedeva questa costantemente sotto controllo.

Non va dimenticato che il nome dello scrittore figurava in una lista di persone da arrestare nel progetto di colpo di stato, fortunatamente abortito, ideato dal massone De Lorenzo nel ’64.

Suo sodale è un altro avvocato fellone, quel Rocco Mangia che, con la connivenza di Aldo Semerari e sotto la sua strategia, confeziona il ‘pacco’, vale a dire la versione risibile di Pino Pelosi come responsabile unico del massacro.

E’ nello Studio Legale Ascarelli-Gaito, affiliato del Centro,situato a piazza di Spagna, che prende corpo il complotto. Lo Studio Legale dei massoni Roberto Ascarelli e Virgilio Gaito è sede dei Consigli d’Amministrazione del CMC e la coppia di legali,come rilevato puntualmente dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta di Tina Anselmi, era stata fondamentale per la scalata ai vertici del potere di Licio Gelli.

Lo Studio Legale è considerato anzi la culla della Loggia P2,allora chiamata genericamente “Raggruppamento Gelli-P2” e già sede di una loggia massonica chiamata HOD. Zeppieri, dicevamo,è al centro del complotto che prevede,in prima battuta, lo screditamento del poeta e successivamente la sua eliminazione fisica.

Anche il Vaticano risulterà coinvolto anch’esso nell’affaire in modo pesante.

E’ la joint-venture tra il Vaticano e Rebecchini la chiave di lettura della speculazione pasoliniana. Rebecchini, il più longevo sindaco della Capitale, è legato alla forte speculazione edilizia passata alla storia,anche,come il ‘sacco di Roma’. Sotto la sua amministrazione molti terreni ad uso agricolo videro cambiata la finalità d’uso, acquistati a prezzi irrisori e rivenduti a cifre esorbitanti.

E’ sua l’idea – fortunatamente osteggiata e poi bocciata – dello sventramento di via Vittoria ( contemplato dal Piano Regolatore d’epoca fascista) per la realizzazione di un tunnel che collegasse il Mausoleo di Augusto con via Veneto. Altra nefasta idea, anche questa fortunatamente bocciata, prevedeva la totale edificabilità delle aree contigue alla via Appia Antica. Le ville padronali tuttora esistenti sarebbero dovute anche loro essere abbattute su proposta di La Malfa, ma questa proposta fu respinta.

E’ giust’appunto nel ’56 che Manlio Cancogni pubblica un’inchiesta sulla speculazione edilizia della Capitale con un titolo che è divenuto nel tempo un brand: “Capitale corrotta, Nazione infetta”.

Un figlio di Rebecchini, Gaetano, che si era preso orgogliosamente il merito di aver mallevadorato il primo governo Berlusconi dieci anni dopo la sua nascita, sedeva nel Consiglio d’Amministrazione del CMC.

Pasolini, molto prima di iniziare “Petrolio”, aveva individuato un centro di potere occulto indicato in modo sibillino con un’espressione floreale nella famosa poesia dedicata a Pio XII: ”Ci sono posti infami,dove madri e bambini/vivono in una polvere antica,in un fango d’ altre epoche./Proprio non lontano da dove tu sei vissuto,/in vista della bella cupola di San Pietro,/c’è uno di questi posti,il Gelsomino…/un monte tagliato a metà da una cava,e sotto,/tra una marana e una fila di nuovi palazzi,/un mucchio di misere costruzioni,non case ma porcili./Bastava soltanto un tuo gesto,una tua parola,/perché quei tuoi figli avessero una casa…”

Non si dimentichi che“Petrolio” è da considerare come la Stele di Rosetta: contiene elementi importantissimi che vanno ancora decrittati, compreso l’appunto 21 il cui originale è artatamente custodito in mani occulte.