Dopo le dimissioni forzate da vice-assessore alla casa, ieri è arrivato il licenziamento dall’università Humboldt.
A Berlino continua la caccia alle streghe contro il sociologo Andrej Holm, «reo» di essere stato una recluta della Stasi, la polizia politica della Ddr, per cinque mesi, a diciotto anni, nel 1989.

L’ateneo della capitale tedesca non lo caccia direttamente per questo, perché non potrebbe: la motivazione ufficiale è «la rottura del necessario rapporto di fiducia», dal momento che il docente avrebbe omesso di segnalare questa «macchia» sia nel curriculum vitae, sia nei questionari appositi compilati al momento della sua assunzione nel 2005.

Studioso di chiara fama delle trasformazioni urbane, Holm è un intellettuale politicamente molto impegnato, uno dei principali punti di riferimento dei movimenti che a Berlino lottano contro le speculazioni immobiliari che si nascondono dietro il «risanamento» dei quartieri: la cosiddetta gentrification, fenomeno comune a molte metropoli (su cui in Italia ha scritto un recente volume Giovanni Semi per i tipi de Il Mulino). La Linke lo aveva voluto nella nuova amministrazione comunale retta da una coalizione progressista, ma la sua nomina è risultata da subito indigesta alla Spd del sindaco-governatore Michael Müller.

Contro il licenziamento voluto dalla rettora Sabine Kunst (tessera Spd in tasca) il sociologo berlinese percorrerà la via giudiziaria, ma da ieri è già cominciata la mobilitazione politica: diverse centinaia di studenti della Humboldt hanno occupato per protesta l’Istituto di scienze sociali, di cui fino a ieri Holm era dipendente.