L’appello di alcune femministe contro la gestazione per altri non gli è proprio piaciuto. «E’ il gesto illiberale di un gruppo di donne che cerca di imporre la propria volontà a tutte le altre», spiega il senatore dem Sergio Lo Giudice. Una vicenda che lo colpisce in prima persona visto che due anni fa, insieme al suo compagno, ha avuto un bambino proprio grazie alla gpa. Ma c’è di più. «Quell’appello è un attacco alla legge sulle unioni civili e alla stepchild adoption, la possibilità di adottare il figlio del partner», dice.

Senatore Lo Giudice è vero che il Pd ha fatto un accordo per togliere proprio la stepchild adoption dal ddl Cirinnà?
Non esiste nessun accordo, come ha confermato ieri la segreteria nazionale del Pd per bocca della responsabile di welfare e diritti Michela Campana. Che poi ci sia qualcuno nel Pd che non apprezza la sintesi a cui siamo arrivati e in particolare la proposta della stepchild adoption è noto, ma non rappresenta certo la posizione del partito.

Che ne pensa del manifesto di alcune femministe contro la gestazione per altri?
Non lo condivido nel merito, vedo una gran confusione fra piani diversi del discorso. Si può essere contro la gestazione per altri perché comporta uno sfruttamento di donne del terzo mondo in situazioni di bisogno, oppure si può essere contro anche se fatta da donne libere, consapevoli, autodeterminate ma non è tollerabile che ci sia una confusione tra i due livelli. Chiaro che va evitata qualunque forma di sfruttamento, ma sono contrario a una legge dello Stato che vieti a donne che decidono in piena autonomia di fare le proprie scelte. Solo perché questo è contrario ai valori di una parte. Credo che sia una posizione profondamente illiberale, che pretende di imporre il punto di vista di alcune alla totalità delle donne.

Una posizione che si presta ad essere facilmente strumentalizzata.
Faccio fatica a usare la parola strumentalizzazione rispetto a quell’appello, perché non posso pensare che i promotori e le promotrici siano così ingenui da non sapere che il suo primo effetto è quello di provare a dare un colpo mortale alla possibilità di adozione del figlio del partner nelle unioni civili. E in particolare a indebolire il ddl Cirinnà.

Quindi lo hanno fatto apposta?
Quello della maternità surrogata è un tema di cui si discute da decenni e che è stato normato nel nostro paese nel 2004. In tutto questo tempo non si era mai vista una presa di posizione così evidente e forte da parte né di Se non ora quando né di altri soggetti. Succede nel momento in cui le destre integraliste e i peggiori detrattori di una legge che riconosce l’adozione del figlio del partner inalberano il vessillo dell’utero in affitto come spauracchio per bloccare quella legge. Va detto che si tratta di un gruppo fra i tanti che compongono la galassia femminista. E’ pubblico il testo di un’altra parte di Se non ora quando che prende le distanze in maniera forte e netta da quella posizione.

Sul «Corriere della Sera» la filosofa Luisa Muraro parla di invidia maschile della fertilità femminile.
Queste argomentazioni, come l’invidia della fertilità femminile o la necessitò di salvaguardare l’unico spazio di dominio delle donne sugli uomini, sono di carattere intellettuale e fanno parte del dibattito, ma non possono essere trasformate in sanzioni penali per chi non la pensa come loro. Ho letto un’intervista di Luisa Muraro sull’Avvenire che ho trovato molto scorretta per un totale scollamento tra le premesse e le conclusioni. Parlava della Gpa come qualcosa che riguarda esclusivamente gli uomini gay, quando è noto a tutti che più del 90% dei casi riguarda donne che hanno difficoltà a portare avanti la gravidanza e per questo si rivolgono ad altre donne. Alla fine spiegava che sarebbe questo il motivo per cui si va nei paesi del terzo mondo e non in paesi come gli Stati uniti dove le donne sono tutelate dalla legge. Invece la quasi totalità delle coppie omosessuali che accedono alla gestazione per altri vanno proprio in quei paesi in cui le donne sono tutelate. Faccio notare che nel terzo mondo di cui parla Muraro l’accesso alla gpa è vietato alle coppie dello stesso sesso. In India, ad esempio, è riservata solo alle coppie eterosessuali sposate.