Le situazioni possono sfuggire di mano. Anche le spranghe possono sfuggire di mano. A Cremona, ma poteva e potrebbe accadere in qualunque piazza italiana dove i fascisti ormai hanno riconquistato spazi di agibilità politica, sono successe entrambe la cose. L’antifascismo è tornato ad essere una questione di vita e di morte.

 

Sembra incredibile, vero? Le condizioni di Emilio, 49 anni, militante del centro sociale Dordoni, ieri sera alle 19 erano “stazionarie”. Ma è un bollettino medico poco rassicurante, “prognosi altamente riservata”, l’uomo è in coma farmacologico con la testa spaccata da colpi di spranga. Hanno continuato a colpirlo quando era a terra svenuto, con calci sulla testa e sulla faccia.

 

Cremona è un piccola città. I militanti cremonesi di Casa Pound che hanno infierito rischiando di ucciderlo sono personaggi piuttosto noti, non sono più di una quindicina, anche se domenica sera si sono fatti aiutare da alcuni giovani fascisti provenienti da altre città, da Brescia e Parma. Sono elementi che dovrebbero facilitare le indagini, crediamo con gran sollievo del ministro degli Interni e della questura preposta a svolgerle.

 

I fascisti erano allo stadio, nella curva del Cremona che giocava in casa con il Mantova. Poi, dopo la partita, in sessanta, armati di spranghe, cinghie e bastoni, sono andati a fare a botte davanti al centro sociale Dordoni. A difendersi, colte di sorpresa, sette o otto persone. Il questore e il capo della squadra mobile ieri sera hanno precisato che per il momento non ci sono né ipotesi di reato né indagati. Di sicuro questa non è una “banale” rissa da stadio, come in un primo tempo aveva lasciato intendere la polizia, ma un’aggressione di tipo squadrista portata a termine da un gruppo politico che sta stringendo alleanze con l’unico partito che viene dato in ascesa nei sondaggi, la Lega di Matteo Salvini.

 

Nell’appello del centro sociale Dordoni di Cremona, che lancia una manifestazione nazionale antifascista per sabato prossimo 24 gennaio, c’è la ricostruzione dei fatti: “L’attacco premeditato e scientificamente organizzato dai fascisti di CasaPound cremonesi, in combutta con altri esponenti di estrema destra provenienti da fuori città, ha trovato una risposta determinata da parte dei compagni presenti nel centro sociale, ma purtroppo Emilio è stato colpito alla testa da diverse sprangate. I fascisti si sono accaniti sopra ad Emilio fino a quando è stato portato in sicurezza all’interno del centro sociale; è stata tuttavia immediatamente chiara la gravità del suo stato di salute”.

 

Il centro sociale censura anche il comportamento della polizia, che prima avrebbe “semplicemente identificato gli assaltatori” e poi caricato “duramente” il presidio antifascista. I fascisti di CasaPound, invece, sostengono di essere stati aggrediti nel parcheggio dello stadio, che è poco distante dal centro sociale Dordoni. Nel loro comunicato sostengono addirittura che sia “in atto una nuova campagna di violenza rossa probabilmente tesa a creare una cortina fumogena a difesa del governo Renzi”.

 

L’aggressione, questa volta, non è passata inosservata. Il minimo che si possa fare è chiedere chiarezza, anche in Parlamento. Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolgendosi al ministro Angelino Alfano: “Chiediamo anche l’ennesima verifica dell’attività svolta da CasaPound che di nuovo si trova coinvolta in gravissimi fatti di violenza di stampo squadrista”. Essendo un ministro del “suo” governo, non dovrebbe essere complicato ricevere risposte. Emanuele Fiano ha messo l’accento anche sulla sottovalutazione di un fenomeno che potrebbe riservare brutte sorprese: “La natura violenta dei comportamenti che vedono protagonisti gli squadristi di CasaPound conferma quanto sia inaccettabile l’alleanza politica tra la Lega di Salvini e questo ben noto movimento neofascista”.

 

Anche Nicola Fratoianni (Sel) ha presentato un’interrogazione al ministro degli Interni, chiedendo conto anche del comportamento tenuto dalla polizia in seguito all’aggressione: “Il governo faccia chiarezza su questi fatti gravissimi, attivando tutti i canali possibili. E’ davvero arrivata l’ora di fermare le continue violenze fasciste in tutta Italia, ad opera di CasaPound e di altre organizzazioni dichiaratamente neofasciste”. Anche il segretario del Prc, Paolo Ferrero, chiede un intervento risoluto: “Questo ennesimo episodio di violenza inaudita dimostra ancora una volta solo una cosa: bisogna chiudere CasaPound”.

 

Ieri sera per le vie del centro storico di Cremona si è mosso un corteo antifascista molto teso. Sabato prossimo i ragazzi del Dordoni verranno affiancati da centri sociali e collettivi provenienti da mezza Italia.