In Venezuela, mentre l’opposizione in Parlamento continua nella grottesca pantomima di voler invalidare ilpresidente per abbandono di funzioni, Maduro incontra l’inviato Usa Thomas Shannon,venuto a sostenere il dialogo con le destre, supportato dal Vaticano e dalla Unasur.

All’emissario di Washington, Maduro ha ribadito la volontà di ripristinare relazioni bilaterali tra i due paesi, ma con pari dignità. Gli Stati uniti -ha detto – sono diventati un grande attore petrolifero, per questo devono partecipare alla stabilità del mercato mondiale a favore dei popoli.

Intanto, a Ginevra, il governo bolivariano ha presentato all’Onu il secondo Informe Periodico Universal (Epu) sui diritti umani. Nonostante la drastica caduta del prezzo del barile, il governo del paese petrolifero continua a destinare oltre il 70% del Pil agli investimenti sociali: soprattutto attraverso le misiones, che nel 2017 raggiungeranno 6 milioni di famiglie. Lo scorso giugno, Maduro ha attivato il Plan Nacional de Derechos Humanos 2016-2019, approvato come di consueto nelle assemblee popolari. Un piano per rendere giustizia alla popolazione “vittime di sparizioni e torture durante i governi precedenti la rivoluzione bolivariana”, e che potrebbero arrivare a 5.000.

Nel 2016, il Venezuela ha ottenuto l’82% dei voti al Consiglio per i diritti umani dell’Onu