C’è chi ci va prima del voto, «in avanscoperta», come Pippo Civati; chi, come Nichi Vendola, proverà ad andarci lasciando per qualche ora un impegno di partito preparato da tempo, ben prima che le elezioni greche segnassero un nuovo capodanno nel calendario; chi si sta cercando un volo tra un voto e l’altro a Montecitorio, dove da giovedì prossimo inizia l’esame della riforma costituzionale. Se la campagna presidenziale greca fa già tremare le borse di tutta Europa e fa ammettere ai più rigorosi rigoristi che «un punto di mediazione si dovrà trovare», per le sinistre di tutta Europa il voto del 25 gennaio in Grecia rischia davvero di trasformarsi nell’invocato ’big bang’, l’esplosione che cambia tutto: gli equilibri dell’Unione, quelli dei singoli paesi e insomma il corso degli umani eventi.

Per assistervi, ad Atene si preparano ad accogliere persone dalla Germania, dall’Austria, dalla Francia, dall’Irlanda (arriverà Gerry Adams, presidente del Sinn Féin), dalla Spagna. Intanto in Italia la parola d’ordine è: conoscere quello che fin qui era un oggetto sconosciuto dal nome impronunciabile: Alexis Tsipras. E accreditarsi con il probabile futuro presidente, leader di Syriza, acronimo di synaspismós rizospastikís aristerás ovvero coalizione della sinistra radicale, una roba che in Italia farebbe rizzare i capelli a molti, anche a sinistra. Matteo Renzi presto dovrà affrontare il dossier sul serio. Cambiando verso: nel luglio scorso il leader greco, in visita in Italia, gli aveva chiesto un incontro, ma il premier italiano l’aveva snobbato. Diversamente da quanto aveva fatto il predecessore Letta pochi mesi prima, precipitandosi a ricevere nel suo studio l’uomo che in quegli giorni il merkeliano Der Spiegel già definiva «il nemico numero uno d’Europa».

A preparare le valigie ora non c’è solo la ’Brigata Kalimera’ (vedi manifesto del 5 gennaio), la spedizione di attivisti e volontari che andrà a seguire il voto al completo dei suo gruppo di punta, a partire dal sociologo Marco Revelli e Paolo Ferrero (Prc). Ma anche un drappello di deputati Pd e di Sel. In Italia si annusano per vedere se può nascere una ’cosa’ nuova. Ad Atene si porteranno avanti con il lavoro. «Andrò qualche giorno prima del voto, a rendermi conto della struttura sociale che hanno messo in piedi», ammette Pippo Civati. «La sfida non è quella di fare i copioni, come a scuola, dando spazio al solito provincialismo , come qualcuno ha fatto con Blair, qualcun altro con Zapatero e con Hollande. In un contesto comune come quello europeo, dobbiamo lavorare sulle battaglie comuni a tutti, non solo ai paesi mediterranei. E in Italia significa cambiare politica e la politica». Parte anche Stefano Fassina, anche lui deputato Pd (lui però per niente intenzionato a lasciare il partito) e anche lui incastra le giornate greche con il voto della riforma del senato. «Non sarò solo, ci saranno altri colleghi. Incontreremo Syriza e le altre forze politiche della sinistra disponibili all’alleanza con Syriza, i sindacati, il mondo accademico e il volontariato», spiega. Nel suo caso l’oggetto di attenzione è la rinegoziazione del debito, un tema su cui la sinistra Pd aveva già ragionato alle europee del maggio scorso. Oggi il dialogo è persino obbligatorio: «Nella proposta di Syriza la cosa interessante è l’operazione verità che presuppone: si riconosce che la linea mercantilista di svalutazione del lavoro non può funzionare e è insostenibile. E la conferenza sul debito analoga a quella del ’53 che correttamente richiama le macerie della Guerra mondiale e riguarda un ventaglio di paesi, non solo la Grecia». Fra le prime iniziative della nuova agenda greca ci sarebbe infatti una conferenza preparatoria sul debito.

Proverà a volare ad Atene anche il leader della Fiom Maurizio Landini. In questo caso sarebbe un ritorno a stretto giro. Lo scorso ottobre si è già trovato con Tsipras sul palco della festa dei giovani di Syriza ad Atene. C’era anche Pablo Iglesias, leader della neonata e già favoritissima Podemos, l’altra promessa della sinistra europea in Spagna, paese che andrà al voto entro l’anno. Nei giorni del voto greco Nichi Vendola invece si dividerà fra Milano, dove Sel ha organizzato Human Factor, la ’Leopolda rossa’ (dal 23 al 25 gennaio), Atene ma anche Barcellona, dove il 24 è fissato un incontro della Sinistra europea.