I metalmeccanici non mollano e sono ripresi in pieno gli scioperi in tutta Italia per sbloccare la trattativa sul rinnovo del contratto. Il negoziato con Federmeccanica e Assistal, aperto alla fine dell’anno scorso, è ancora in alto mare: Fim, Fiom e Uilm quindi rilanciano per superare lo stallo.

«Dappertutto – spiega la Fiom Cgil – è in corso lo sciopero dello straordinario e della flessibilità e in tutti i territori vengono organizzate iniziative di mobilitazione in sciopero per dare visibilità alla volontà dei metalmeccanici di giungere a un contratto in grado di rinnovare qualitativamente le relazioni industriali, migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’occupazione, far ripartire gli investimenti e avviare una nuova politica industriale».

Dopo la manifestazione del primo luglio a Brescia, dove era in corso l’assemblea di Federmeccanica, nei giorni scorsi hanno scioperato e manifestato i lavoratori di Foggia, Torino e della Brianza. Ieri si sono fermate le tute blu di Scandiano (Reggio Emilia) mentre oggi scenderanno in piazza i lavoratori di Bologna e Imola (che manifesteranno davanti alla sede di Unindustria Bologna), Varese (presidi davanti alle principali aziende), Lodi (con presidio davanti all’Associazione industriali) e Correggio. Domani incroceranno le braccia Caserta e Brindisi – con presidi davanti alle Prefetture – Ravenna, Pavia e Reggio Emilia/Sant’Ilario. Per le prossime settimane sono già calendarizzati gli scioperi e le iniziative in tutti gli altri territori.

In Lombardia ieri si sono fermati i lavoratori di Sesto San Giovanni, ma tutto il mese è ricco di iniziative: «Federmeccanica si arrocca nella sua intransigenza – spiega il segretario generale della Fiom Cgil regionale Mirco Rota – Vuole mettere in discussione la storia della contrattazione, il significato del contratto stesso dei metalmeccanici, continuando a proporre soluzioni già respinte al mittente mesi fa. Con tutta questa serie di mobilitazioni, intendiamo ribadire il nostro no a Federmeccanica, confermando la nostra determinazione nell’ottenere in tempi rapidi un contratto utile a dare risposte positive sul salario e sui diritti a tutti, insomma un Contratto nazionale collettivo che garantisca veramente la totalità dei lavoratori».

«Contratto per tutti» è la parola chiave delle richieste sindacali, perché la proposta di Federmeccanica per il momento tende ad assicurare aumenti certi solo a una piccola percentuale, pari a circa il 5% dei metalmeccanici: quelli che starebbero sotto i minimi di garanzia, mentre per tutti gli altri si aprirebbe l’incognita degli accordi aziendali.
Replicando al presidente di Federmeccanica Fabio Storchi, il segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli ha spiegato che «se come noi, gli industriali avessero puntato tutto sul negoziato, avremmo fatto un buon contratto e senza scioperi». «Puntare alla complementarità tra i livelli contrattuali equivale a far sparire il contratto nazionale in tutte le aziende con il contratto aziendale, significa che in ogni azienda ci deve essere un solo livello contrattuale. I due livelli, invece, per noi vanno innovati e resi più distinti, ma confermati – conclude Bentivogli – Speriamo cambi l’atteggiamento negoziale».