Il sindaco Pd Giosi Ferrandino, la cooperativa rossa Cpl Concordia e un giro di relazioni dove spunta Massimo D’Alema: l’inchiesta sull’appalto per la metanizzazione di Ischia è la seconda in Campania che riguarda la coop modenese, già tirata in ballo l’anno scorso da Antonio Iovine detto o’ Ninno per gli appalti nel casertano. L’ennesima grana per i dem alla vigilia delle regionali, dove il Pd si ritrova con un candidato, Vincenzo De Luca, azzoppato dalla Severino.

La procura di Napoli ieri ha disposto 11 misure cautelari, 8 in carcere e 3 ai domiciliari (tra i quali lo stesso Ferrandino e dirigenti della coop): secondo gli investigatori la Cpl avrebbe dato al sindaco di Ischia e ai suoi famigliari una serie di utilità in cambio dell’appalto per la metanizzazione del comune e la successiva gestione degli impianti.

La cooperativa avrebbe stipulato due fittizie convenzioni con l’hotel Le Querce, dei Ferrandino, per un totale di 330mila euro: i contratti sottoscritti dall’allora presidente della Cpl, Roberto Casari (arrestato), formalmente prevedevano la disponibilità di 7 stanze in estate e a Capodanno.

Secondo l’accusa, Ferrandino «era diventato una sorta di factotum al soldo della Cpl». Sarebbe stato il suo intervento a permettere l’aggiudicazione dell’appalto nel comune di Ischia (capofila del progetto da 24 milioni) e in quelli di Lacco Ameno e Casamicciola.

La cooperativa avrebbe pagato le tangenti grazie a fondi neri costituiti attraverso una società tunisina (la Tunita sarl) riconducibile a Francesco Simone, ex socialista ai tempi di Craxi e responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo Cpl. Soldi in cambio di appalti ma anche un viaggio in Tunisia e un contratto da consulente per il fratello del sindaco e segnalazioni per assunzioni.

Dal 2002 al 2007 Ferrandino è stato sindaco di Casamicciola con Forza Italia. Poi è passato alla Margherita e da lì al Pd, sotto le cui bandiere nel 2008 è diventato sindaco di Ischia, riconfermato nel 2012 con il sostegno anche del Pdl.

Nel 2013 gli inquirenti cominciano a indagare, nel 2014 Ferrandino si presenta alle europee, primo dei non eletti nella circoscrizione Sud.

La Cpl è una storica cooperativa rossa del modenese, in affari dal 1899. Circa 1.800 addetti e 70 società controllate e collegate in tutto il mondo. Negli atti viene fuori una lunga consuetudine con D’Alema: la coop investe nella sua fondazione Italianieuropei «perché mette le mani nella merda come ha già fatto con noi, ci ha dato delle cose» dice Simone intercettato, aggiungendo che l’ex premier sta per diventare commissario Ue.

La Cpl acquista anche 2mila bottiglie del vino prodotto dalla moglie di D’Alema e 500 copie del suo ultimo libro Non solo euro: la coop ne organizza la presentazione a Ischia, Simone spiega a Ferrandino (che era in cosa per Bruxelles) «questo pure è un segnale forte che ti appoggia tutto il partito». Ai pm Simone dice: «Fu D’Alema in persona a proporre l’acquisto dei suoi vini». Gli inquirenti hanno sequestrato le ricevute dei tre bonifici della coop a Italinieuropei, 20mila euro ciascuno, e un ulteriore bonifico di 4.800 euro per copie di Non solo euro.

«Sono offeso e indignato – replica D’Alema -, ho rapporti con Cpl come con altre cooperative e aziende. Dalla Cpl non ho avuto alcun regalo». Del resto la coop acquistò anche due diversi testi scritti da Giulio Tremonti, rispettivamente per 7.440 e 4.464 euro. L’ex ministro di Berlusconi era presente ad aprile 2014 alla cerimonia con cui Ferrandino consegnò le chiavi del municipio all’allora presidente di Cpl, Casari.

La coop secondo i pm avrebbe pagato una tangente anche a un ex parlamentare Pdl per appalti in provincia di Salerno. Per gli affari nel casertano, secondo Iovine, avrebbero invece stretto un accordo con il clan Zagaria. O’ Ninno ha raccontato: «Quando ci siamo presentati a trattare con la Concordia per la realizzazione della rete del gas abbiamo trovato facilmente un accordo nell’interesse di tutti». Le opere realizzate secondo la Dda non sono a norma, con tubature interrate a 30 centimetri di profondità e non a 60. I subappalti sarebbero andati a ditte indicate dai casalesi.

A tenere le fila Francesco Simone. Si dà da fare per far ottenere voti alle europee per Ferrandino coinvolgendo l’ambasciatore albanese in Italia (10mila voti dagli oriundi) e per fare affari nel paese delle aquile. A marzo 2014 ha in ballo un appalto nel comune materano di Tursi in cambio – secondo la procura – di 100mila euro. Al consigliere Antonio Lauria chiede se i soldi li vuole «bianchi o neri», cioè in nero o attraverso un contratto di consulenza fittizio. Ma «quelle situazioni lì le gestisco solo io. Meno si parla meglio si sta».

Errata Corrige

L’articolo è stato emendato il 17 aprile 2023 in seguito alla richiesta di diritto all’oblio di uno dei soggetti interessati.