Wisconsin, Michigan, e Pennsylvania: sono i tre stati nei quali potrebbe essere richiesto un clamoroso riconteggio dei voti. Si tratta degli stati decisivi per la vittoria di Trump (in Winsconsin il tycoon l’ha spuntata per appena 27mila voti). L’ipotesi di riconteggio in Wisconsin potrebbe perfino essere reale, perché – mentre dallo staff di Hillary ancora non si è alzata una voce ufficiale – Jill Stein, la candidata dei Verdi, ha già raccolto più dei due milioni di dollari necessari per attivare la procedura del riconteggio. Un risultato economico ottenuto a tempo di record attraverso un crowfunding in rete e che oggi, limite temporale massimo per raccogliere almeno due milioni di dollari, potrebbe attivare l’operazione.

TUTTO NASCE DAI SOSPETTI seguiti alla votazione nei tre stati. Il primo a segnalare la possibilità di richiedere un riconteggio è stato J. Alex Halderman, esperto informatico che dirige il Centro per la sicurezza informatica dell’Università del Michigan. Halderman avrebbe notato come alcune delle macchine utilizzate per il voto elettronico presenterebbero «seri problemi in termini di cybersicurezza» che le esporrebb quindi al rischio dell’intrusione di hacker. Secondo il professore – pur non essendoci al momento prove dell’opera di pirati informatici sulle macchine in stati chiave che sono stati attribuiti a Trump – a suo avviso sarebbe necessaria una verifica per assicurarsi che non sia davvero così. Dello stesso avviso anche John Bonifaz, avvocato specializzato in diritto di voto.

Entrambi avrebbero individuato come risultati a rischio proprio quelli di Wisconsin, Michigan, e Pennsylvania, proprio quelli che avrebbero determinato la sconfitta della ex segretario di Stato conclamando invece la vittoria finale per il miliardario Donald Trump. Si tratta di avvisaglie cui qualcuno ha deciso di dare un seguito. fin da subito si sono formati gruppi di esperti ed attivisti e il cui numero va crescendo, che sostanzialmente chiedono alle autorità competenti di considerare seriamente la possibilità di un riconteggio. Anche l’entourage di Hillary Clinton è stato invitato a prendere posizione, benché al momento dallo staff dell’ex segretaria di stato non sia arrivata alcuna conferma o meno riguardo un’eventuela richiesta di riconteggio. Chi si è mossa è invece Jill Stein, la cui sottoscrizione ha già superato i 3 milioni di dollari, un milione in più dei 2 milioni necessari per fare domanda di riconteggio nel Wisconsin, i cui termini scadono oggi. «Tali questioni devono essere indagate prima che le elezioni presidenziali 2016 vengano certificate», ha affermato la candidata dei Verdi. La campagna prevede di raccogliere tra i 6 e i 7 milioni di dollari «per finanziare le richieste di riconteggio nei tre stati».

DONALD TRUMP nel frattempo prosegue nel suo lavoro di ricerca di personale e tentativi di ammorbidire alcune sue posizioni, almeno a parole. Dopo aver rilasciato l’ennesimo video nel quale annuncia di lavorare anche durante la giornata del ringraziamento, secondo rumors provenienti dal suo staff, pare che il tycoon abbia l’intenzione di affidre il ruolo d segretario al commercio a Wilbur Ross, considerato da sempre, secondo il Washington Post il «re della bancarotta» per la sua attività di rilevare aziende in crisi che però hanno grandi potenzialità sul fronte dei margini di profitto. Un altro miliardario che potrebbe comporre la futura squadra di governo.

Infine, sempre nella giornata di ieri, secondo un consulente di Donald Trump in campagna elettorale, Bob Walker, l’amministrazione Trump avrebbe intenzione di limitare il ruolo della Nasa per quanto riguarda il clima. Per Walker «non c’è bisogno che la Nasa faccia un monitoraggio ambientale politicamente corretto» ha spiegato al Guardian.

E PER CAPIRE L’ATTUALE CLIMA negli Usa: nei giorni scorsi in Texas alcuni comunisti hanno protestato contro la manifestazione fascistoide e suprematista annunciata con lo slogan «White lives matter».