«Sono i nostri ricordi a fare di noi ciò che siamo» osserva Kevin Costner, la star hollywoodiana che con i suoi film è entrato a far parte dell’immaginario di molti. E dice infatti di scegliere dei personaggi «che possano rimanere impressi nella memoria del pubblico». L’attore è a Roma insieme al regista Ariel Vromen per presentare il suo ultimo lungometraggio: Criminal, in uscita il 13 aprile sugli schermi italiani. «Mi sono chiesto a lungo se accettare questa parte, se fosse il caso di interpretare il ruolo del cattivo», sottolinea l’eroe di Balla con i lupi, che infatti in Criminal si cala nei panni di un pericoloso assassino senza sentimenti, incapace di distinguere il bene dal male: Jericho.
Il caso vuole però che sia anche una delle poche persone ad avere una particolare disfunzione del lobo frontale, così da renderlo papabile per un esperimento di trapianto di memoria da un uomo morto. E cioè un agente della Cia assassinato da un terrorista prima di riuscire a comunicare ai suoi capi dove ha nascosto «l’olandese», un hacker in grado di violare il software che controlla gli armamenti americani. «Mi piace spingere le persone a fare delle cose a cui non sono abituate – spiega il regista Ariel Vromen – inoltre se come cattivo scegli qualcuno che il pubblico non si aspetta hai maggiori opportunità di sperimentare e fare qualcosa di originale».

Anche se non è la prima volta che Costner interpreta un personaggio negativo – era già stato un serial killer nel non memorabile Mr. Brooks – in Criminal il suo Jericho ha modo di redimersi proprio in virtù dei ricordi, e degli affetti, ereditati dall’agente della Cia. Insieme alla scoperta del sentimento questa operazione gli costa però anche l’onore di salvare il mondo da un cyber-terrorista, un non meglio definito anarchico spagnolo che intende usare il virus creato dall’olandese per seminare il caos.

«Ci sono due tipi di terrorismo – osserva il regista – quello che fa uso di cinture esplosive e di armi e quello informatico, che alza la posta in gioco perché le sue conseguenza sono ancora più disastrose».

Solo contro tutti, Jericho riporta alla mente un altro dei personaggi interpretati da Kevin Costner: il Butch Haynes di Un mondo perfetto di Clint Eastwood, di cui torna anche Tommy Lee Jones, qui nei panni dello scienziato che compie l’impianto di memoria. A quel film dice infatti di aver pensato il regista nella scelta di Costner: «In Un mondo perfetto esprimeva una duplicità che è proprio ciò che cercavo per il personaggio di Jericho».

L’ispirazione, continua Vromen, «viene invece dai thriller degli anni Settanta: i lavori di Alan Jay Pakula, William Friedkin e Sidney Lumet, che mi hanno insegnato a concentrarmi soprattutto sui personaggi». Per calarsi nel suo Jericho, Kevin Costner dice invece di aver fatto affidamento principalmente su una persona: il suo truccatore Mario Michisanti. Appena arrivato a Londra, città in cui è ambientato Criminal, l’attore di Fandango è stato trasformato «in una sorta di Frankenstein» dal make-up designer italiano, da cui dice di essere inseparabile anche se – scherza – «non riesco a pronunciare il suo cognome».

Tanto che lo fa cercare per le sale dell’hotel Bernini, dove sono entrambi ospiti per la presentazione, perché possa parlare con la stampa. «Ho conosciuto Kevin ad Amburgo sei anni fa, per un film che non è mai stato fatto», dice Michisanti, che ripartirà presto con Costner alla volta degli Stati uniti per il prossimo film.