Due danzatrici sporgono chiome e braccia da un balcone su un tetto. Pendono da loro fili scuri che ondeggiano ipnoticamente sull’edificio. Un’altra balla un silenzioso duetto con un albero in uno spazio aperto. Altre, virtuali, le vediamo danzare, ingigantite dalle proiezioni, su grandi pareti. Alcune si moltiplicano in proiezioni in 3 D. Un gruppo in chiaro affida a una danza che si moltiplica in una parete di specchi una visione nutrita di testi poetici.

Un evento andato in scena alla Fondazione Prada di Milano, complice il progetto site specific Attraverso i muri di bruma, musica e coreografia dello scozzese Billy Cowie, compositore, coreografo, scrittore, filmmaker, che ha fatto della sperimentazione incrociata tra le arti il suo modo elegante di esplorare la vita. Advisor del progetto è Marinella Guatterini, i danzatori in carne ed ossa sono tutti diplomati del Corso di teatrodanza della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano.

Nel suo libro Anarchic Dance (Routledge 2006, Cowie scrive: «La scatola nera d’ordinanza che fa da sfondo a tanti spettacoli è piatta, non solo in termini visivi, ma anche fisici.

L’ovvia risposta all’onnipresente scatola nera è un lavoro site specific in cui il coreografo può sfruttare la dimensione verticale». Qualche anno fa Cowie venne in Italia al festival teatro a Corte di Torino con le sue meravigliose installazioni stereoscopiche e in 3D ripresentate alla Fondazione Prada insieme ad altri titoli e agli interventi inediti concepiti per Attraverso i muri di bruma. Ci disse allora: «Voglio portare i danzatori dentro lo spazio del pubblico. Voglio dare agli spettatori la possibilità di stare molto vicino per vedere tutti i dettagli dei gesti dei danzatori. Per questo ho cominciato a lavorare in 3D il lavoro in teatro». La Fondazione Prada,, ha sostenuto Cowie con i suoi spazi di via Isarco per un viaggio in due parti.

La prima si articola in sette eventi simultanei che ogni spettatore può seguire secondo curiosità. Un viaggio di evocazioni e immagini che crea un percorso per l’occhio non certo solo frontale. Come nell’evento Danza di paura in cui due danzatori si esibiscono con bandiere, sul balcone della torre dorata, la Haunted House. Quasi angeli nella luce calda che sembrano dirigere tutto da lassù, nonostante la vertigine dello sguardo.

Il progetto, oltre la bellezza, apre molte riflessioni sul rapporto tra virtuale e reale, ma, e qui sta il colpo d’ala di Cowie, con una delicatezza poetica, distante anni luce dalla freddezza. Nella seconda parte la danza è completamente dal vivo con i danzatori della Paolo Grassi sulle parole di un Lieder della poetessa Silke Mansholt cantate da Rowan Golden. Musica per pianoforte di Cowie. Una danza sospesa in una bruma immaginaria, dentro le sensazioni del movimento.