Papà, cosa è la meritocrazia?
– È una delle tante idee che ci sono al mondo per dividere tra loro gli esseri umani. Chi crede nella meritocrazia, crede che si dividano in due grandi categorie: meritevoli e immeritevoli. Chi dovrebbe avere ed essere di più e chi meno. Più o meno diritti. Opportunità. Conoscenza. Beni. Potere.
– Chi crede nella meritocrazia pensa di essere una persona meritevole?
– Certo. Chi crede nella meritocrazia, spesso e volentieri ne è lo stesso valutatore che, attraverso il proprio metodo, decide una superiorità giustificata da modalità definite scientifiche, oggettive, incontrovertibili. Anche se non lo sono.
– Ma migliori a fare che?
– È proprio questo, il punto. Dipende. In una banda di ladri, per esempio, chi è il migliore? Chi ruba di più. Insomma, c’è il rischio che il peggiore sia considerato il migliore.
– Anche a scuola si fanno delle gare di merito…
– Sì. Sempre. Anche se non fanno bene alla scuola e agli studenti. Perché la scuola non è una gara. Fare troppe gare di merito tra chi è ancora all’inizio di un percorso formativo, vuol dire solo limitarsi a prendere atto delle abilità e, in genere, delle condizioni culturali e sociali di ognuno, a partire da quando è bambino. La meritocrazia a scuola fa male. Ci sono diversi studi che lo affermano. Solo che non sono presi in considerazione.
– Perché?
– Perché per formare cittadini che credono in una società meritocratica è utile avere anche una scuola meritocratica, in cui le ingiustizie vengono giustificate dalla maggior parte delle persone come qualcosa di naturale, se non addirittura legittimo e auspicabile.
– Anche fascismo e nazismo avevano alla base della propria organizzazione la meritocrazia.
– L’ideologia meritocratica è da sempre la via maestra per intraprendere, in nome di una ipotetica società migliore, le peggiori dittature. In nome della libertà individuale, ci si autocondanna a immeritevoli a vita. Un cortocircuito perfetto. La meritocrazia è antidemocratica, è inevitabilmente collegata a un’idea di esclusione – e neppure solo di alcune persone, ma di tante. E ha la funzione principale e strategica di stroncare sul nascere ogni tipo di naturale invidia e rivincita sociale, il desiderio di stare meglio di altri.
– Ma l’invidia non è una cosa brutta?
– Quella che ha a che fare con il legittimo desiderio di stare, in futuro, meglio di come si sta ora, per me non lo è. È un’aspirazione sana, naturale.
– Perché tutti dicono che a scuola ci vuole più meritocrazia?
– Perché non sanno cosa dicono. La prova che è un bluff sai qual è? Chi parla di meritocrazia giura di farlo per contrapporla ad eredità, nepotismo e corruzione, eppure tra i meritevoli c’è una spiccata tendenza a diffondere e promuovere l’ereditarietà delle cariche.
– Un merito ereditario?
– Sì. I dati parlano chiaro: la meritocrazia favorisce e incrementa dinastie di politici, giornalisti, sportivi e sportive, cantanti, attori, registi crogiolandosi nella pratica del nepotismo. Altro che clientelismo! Siamo al Medioevo! Vassalli, valvassori e valvassini! Siamo all’aristocrazia. A partire dalla scuola. Per questo stiamo arrivando alla scuola privata, all’istruzione in base al censo delle famiglie, alla scuola di serie A e di serie B e C.