La minoranza dem cerca di tastare il polso ai suoi militanti, nel partito, soprattutto in vista del referendum di ottobre. E del dopo. Oggi pomeriggio a Roma si riunirà Sinistradem, la corrente di Gianni Cuperlo. Ma per i prossimi giorni le varie anime dell’opposizione interna cercheranno di trovare una quadra unitaria per «non farci trovare impreparati perché ormai ogni scenario è possibile», c’è chi spiega. La prossima settimana con ogni probabilità si terrà una riunione fra le componenti di Roberto Speranza, i ’riformisti’ già bersianiani, Sergio Lo Giudice, Retedem già civatiani, e Cuperlo. Intanto per cercare una posizione unitaria sul referendum. Poi c’è da avviare il discorso del congresso. Una candidatura unitaria sarebbe auspicabile, ma i bersaniani di fatto hanno già lanciato Speranza. E Cuperlo ha annunciato in direzione che sosterrà «un ticket», ovvero un candidato alla segreteria e un candidato premier. Smentito il coinvolgimento di Enrico Letta, il busillis resta ancora complicato. Per Cuperlo «dobbiamo uscire da piccoli accampamenti perché in gioco c’è innanzitutto il Paese e la missione di un nuovo centrosinistra». E in effetti se la minoranza Pd vuole provare a competere davvero al prossimo congresso dovrà davvero guardare fuori dall’accampamento a candidature più competitive di quelle fin qui in campo.

Ma tutto dipenderà dall’esito del referendum di ottobre. Intanto c’è da discutere delle prossime scadenze d’aula. La prossima settimana arriverà al voto il decreto Ilva. «Ma il grosso», c’è chi spiega, «verrà dopo l’estate. La legge di Stabilità sarà un campo di battaglia…». La minoranza ha ’avvertito’ Renzi che non arriveranno più fiducie su leggi indigeste. «Non facciamo ricatti a nessuno. Abbiamo detto e in tutte le salse a Renzi che va fatta un correzione di rotta sulle politiche economiche».