Ormai Angelo è abituato a fare «la mosca bianca». Oggi come due anni fa alla manifestazione della Fiom, la sua bandiera del Pd non passa inosservata. Anzi. Quando arriva in piazza San Giovanni con l’asta appoggiata sulla spiaggia e un filo di vento che fa leggermente sventolare quel che rimane dell’Ulivo e la “P” verde e la “D” bianca su (poco) sfondo rosso, c’è la fila di persone che lo fermano. «Ed è andata così per tutto il corteo», precisa subito.

La scena è più o meno sempre questa: «Ma non ti vergogni a venire qua con sta bandiera?». Lui non perde mai le staffe. Ma non manca mai di rispondere. Lo fa con tutti. L’incipit di solito è questo: «Io sono un uomo libero, io sono iscritto alla Cgil e al Pd. E il Pd per me deve essere di sinistra».

A parte qualche scalmanato che non lo ascolta nemmeno e continua ad insultarlo per poi andarsene, la frase calma gli animi e fa partire un confronto politico sui destini del partito democratico e della sinistra italiana. Per lui, 65enne di Vignola, in provincia di Modena, è «quasi una missione essere qui con la bandiera del mio partito».

«Ormai Renzi il Pd se lo è preso e farà tutta la legislatura», si spenge a prevedere. «Però poi i giochi si riapriranno e io penso che lui può essere battuto. La colpa di questa situazione è poi di quelli che c’erano prima, che si dicevano di sinistra e invece pensano solo alle poltrone», si arrabbia.

«A Vignola abbiamo appena perso il sindaco per questo motivo, mentre in parlamento c’è della gente nominata che non avrebbe preso una preferenza», constata amaramente. Mostra orgoglioso la tessera del partito, anche se di fianco alla sua, la firma del segretario è quella di Matteo Renzi. «I segretari, lo abbiamo visto con Bersani, passano. Il partito resta».

«Noi qui in piazza contro di te, contro Renzi», gli dicono due ragazzoni con la felpa della Fiom. Lui non ha una piega e ribatte citando addirittura Eugenio Scalfari. «Renzi fa bollire la pentola, ma dentro c’è solo acqua e presto in tanti se ne accorgeranno». «Ma chi se ne frega di Scalfari?», gli rispondono i due operai. A questo punto però Angelo tira fuori il capello dal cilindro: «Ma te allora perché non vai a chiedere a quel testone di Landini perché è andato a parlare tante volte con Renzi? Prenditela anche con lui».

I due “fiommini” abbozzano: «Ma adesso ha rotto con lui ed è quello che lo critica di più in Cgil». Artatamente Angelo riprende le redini del discorso e precisa: «Io su Renzi sono d’accordo con voi: quello è democristiano, lo sappiamo tutti. Non possiamo neanche chiederglieli di diventare di sinistra. Noi qua dobbiamo riportare il Pd a sinistra, riportarlo vicino ai agli operai, ai lavoratori, ai poveri cristi come noi».

Un’altra signora inizia ad offenderlo. Lui gli chiede: «Ma te cos’hai votato?». «Io? Sinistra ecologia e libertà. Mai Pd». «Beh, comunque dovremo stare assieme». «Sì, ma senza Renzi», risponde lei, tagliando il discorso. Lei non ha più voglia di parlare. Angelo invece starebbe qui fino a sera: «Io a parlare di politica, di lavoro e di come rendere più giusto questo paese non mi stanco mai».