Sony ha scelto Parigi, dopo avere disertato la più usuale sede tedesca e ferragostana della Gamescom di Colonia, per la sua conferenza più importante del post E3, la fiera losangelina teatro da sempre delle più eclatanti rivelazioni sul futuro dei videogiochi. Presso i cementi futuristici e grigio-metallici dell’Arche de Defense Sony ha tenuto, durante la Paris Games Week, una conferenza per presentare al mondo qualche attesa novità e confermato l’esistenza e la salute di titoli di cui da tempo non si avevano notizie. Tranne purtroppo Rime, che fine ha fatto questa variazione spagnola così promettente di Legend of Zelda Windwaker e le opere di Fumito Ueda? E a proposito di quest’ultimo non si è visto neanche nulla di nuovo sul suo The Last Guardian, in sviluppo da dieci anni. Chi si aspettava dunque un evento simile a quello dell’E3 dello scorso giugno, con sorprese eclatanti come il remake di Final Fantasy VII e Shenmue 3, è rimasto inizialmente deluso solo per poi realizzare che qualcosa di notevole è stato mostrato.

Di gioco «vero» non si è visto nulla ma il nuovo episodio dell’automobilistico Gran Turismo per Playstation 4 è stato annunciato da Kazunori Yamauchi. Ha sorpreso soprattutto la rivelazione prossimo lavoro dei francesi di Quantic Dream responsabili di filmiche, indimenticabili esperienze interattive come Heavy Rain e Beyond. David Cage ha presentato di persona Detroit Become Human, storia di fantascienza asimoviana e umanista ambientata nel futuro prossimo della metropoli americana del titolo. La protagonista è una ragazza androide che acquista una volontà di emancipazione in un mondo dove i robot come lei sono ghettizzati, schiavizzati e discriminati, ridotti a oggetti. Cage ha spiegato che il tema del gioco è il significato di umanità. Si tratta solo di un trailer, ispirato e promettente, ma non si sa ancora nulla su quando potrebbe arrivare. Altra perla francese, ipoteticamente almeno, è Wild del maestro Michel Ancel di Rayman.

Già intravisto in un trailer l’anno scorso a Colonia, Wild è un immenso gioco di ruolo d’azione in un mondo vagamente fantastico e preistorico dove nel ruolo di una sciamano in grado di possedere la fauna dovremo sopravvivere. A giudicare da ciò che si è visto la nuova opera di Ancel, sviluppata da un piccolo team, ha delle grandi potenzialità e secondo l’autore tratterà della natura in una maniera che ci sembra leopardiana e darwiniana insieme. Molto lo spazio dedicato ovviamente, visto l’investimento di Sony, al Playstation Vr, il visore per la realtà virtuale la cui data di lancio dovrebbe essere il prossimo anno, più verso la fine che l’inizio. Abbiamo provato un esemplare quasi definitivo del visore che stravolge l’idea di videogame tradizionale. L’effetto di immersione è totale, poiché si può guardare in ogni direzione e la scala è credibile. Malgrado il fascino dell’esperienza sia innegabile è anche vero che le meccaniche ludiche dei videogiochi risultino semplificate. Tuttavia viaggiare sul trenino dell’orrore di Until Dawn Rush of Blood regala brividi e sussulti in maniera assai generosa. Solo dopo quasi venti minuti e causa di un comunque spassoso gioco ipercinetico chi scrive (comunque molto tollerante a questo genere di esperienze) ha provato un accenno di Motion Sickness, quel senso di nausea causato dall’illudere il corpo del movimento malgrado sia fermo. Dipenderà dai soggetti e da quanto il visore sarà perfezionato ancora, ma scordiamoci ore di videogaming consecutive.