Le prime due uscite ufficiali del governo sulla legge elettorale sono state entrambe assai prudenti. «Aspettiamo la decisione della Corte costituzionale», ha detto nella sua prima dichiarazione la neo ministra delegata alla materia, Anna Finocchiaro. «Il governo non farà l’attore protagonista sulla legge elettorale, perché spetta ai parlamentari trovare un’intesa», ha detto ieri in aula Paolo Gentiloni. Due posizioni formalmente ineccepibili, ma non esattamente quelle che ci si poteva aspettare da un governo nato essenzialmente perché bisogna scrivere una nuova legge elettorale.
La prudenza potrebbe nascondere una precisa strategia, che è poi quella che il Pd di Renzi aveva già svelato nei giorni precedenti il referendum: mettere in carico agli esponenti del No l’onere di fare una proposta ( nascondendo il fatto che la situazione bloccata di oggi è responsabilità del governo uscente, che ha fatto l’Italicum prima di portare a casa la riforma costituzionale). E non si può escludere che l’esecutivo torni pesantemente in campo nei prossimi mesi, magari persino ricevendo una delega dal parlamento sulla legge elettorale. Così come aveva immaginato proprio la ministra Finocchiaro, quando da presidente della prima commissione si preoccupò di una norma di salvaguardia che potesse fare da paracadute all’Italicum. Ora il paracadute serve.

NAPOLI 28 MARZO 2010 ELEZIONI REGIONALI 2010 : SEGGIO ELETTORALE DELLA REGIONE CAMPANIA NELLA FOTO IL SEGGIO ELETTORALE FOTO AGN/INFOPHOTO
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Quella proposta prevedeva il ritorno al Mattarellum, modificato per introdurre ulteriori e pesanti dosi di maggioritario, e per prevedere l’obbligo di parità di genere nelle candidature. Al Mattarellum si può arrivare anche seguendo il filo dell’accordo interno al Pd, frutto del lavoro della commissione concessa dai renziani a Gianni Cuperlo. In quel documento, in generale assai vago, si legge appunto della «preferenza per un sistema di collegi inteso come il più adatto a ricostruire un rapporto di conoscenza e fiducia tra eletti ed elettori».
In favore del Mattarellum si era speso Grillo nel 2013. Non che questo illuda qualcuno di poterlo convincere a firmare un accordo, ma il Pd sa di poter richiamare quella presa di posizione per rispondere ai prevedibili attacchi grillini.
Per il Mattarellum sembra essersi saldamente schierata la Lega, visto che dopo il segretario Salvini ieri sia il capogruppo dei deputati Fedriga (nel pieno della piazza in cui i leghisti hanno contestato Gentiloni), sia il capogruppo dei senatori Centinaio hanno ribadito la preferenza per quel sistema di voto (che favorisce le forze locali). Centinaio ha persino annunciato un imminente disegno di legge della Lega «per omogeneizzare la modalità di voto sia alla camera sia al senato, basata sul Mattarellum».

Del resto le proposte di tornare al Mattarellum in parlamento abbondano. Anche perché tecnicamente resta la soluzione più semplice, si tratta di abrogare la legge 270/2005 (il Porcellum) e ripristinare i testi per la camera e il senato vigenti in precedenza. È una strada che alla Corte costituzionale è preclusa, visto il prevalente giudizio negativo sulla cosiddetta «reviviscenza» delle vecchie norme, ma che il parlamento può facilmente imboccare. Per il Mattarellum si era battuto fino allo sciopero della fame il renziano Giachetti, un disegno di legge (oltre a quello Finocchiaro) ha presentato l’orfiniano Esposito, un altro la prodiana Zampa con il deputato Pd Nicoletti. La prima proposta di legge per il Mattarellum di questa legislatura è addirittura quella di Sel – per quanto firmata dall’allora capogruppo Migliore, oggi passato al Pd. Persino l’altoatesino Zeller è per il Mattarellum.
Proprio ieri, mentre era in corso la «chiama» dei deputati per il voto di fiducia al governo Gentiloni, Forza Italia si è riunita alla camera con la Lega e un po’ di piccoli partiti del centrodestra, da Fratelli d’Italia di Meloni a Idea di Quagliariello ai Conservatori di Fitto. Oltre all’«ampia condivisione sul metodo» che vuol dire quasi niente, gli intervenuti hanno registrato la preferenza per un modello. Neanche a dirlo, il Mattarellum.