A una settimana dal fatidico voto per le presidenziali di domenica è arrivato il video più forte, convincente e autentico. E’ stato cliccato in pochi giorni da due milioni ottocento persone. Di grande impatto emotivo, ha commosso l’Austria arrivando anche oltre confine. Il video è stato concepito da una signora di 89 anni di Vienna, Gertrude, che non ha voluto comparire con il suo cognome per non essere cercata ed interpellata. «Non ho più la forza di dare interviste». Gertrude è una testimone che ha vissuto il razzismo sulla propria pelle.

Deportata ad Auschwitz quando aveva 16 anni, unica sopravvissuta della sua famiglia. Nel video non parla direttamente di quell’inferno ma ha voluto ricordare e ammonire sul clima che precedette. «Per mia madre è stato molto importante intervenire pubblicamente e prendere posizione in questa fase della campagna elettorale» ha commentato la figlia. «Nelle ultime settimane e mesi ci ha detto tante volte di avvertire un clima simile a quello degli anni Trenta»,racconta la figlia. Il perché lo spiega Gertrude: «L’offesa nei confronti degli altri, il deprezzamento e l’umiliazione praticata nella retorica dominante della destra è la cosa che più mi disturba» spiega con voce tranquilla nel video. «Così si fanno emergere non le cose buone e umane ma gli istinti più bassi e violenti, e questo già è successo una volta».

Gertrude la ricorda quella volta, nel 1938, con parole semplici ed immediate. Appena dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nazista gli ebrei di Vienna furono costretti a ripulire i marciapiedi delle strade in ginocchio, con uno spazzolino da denti. Masse di viennesi allora parteciparono divertiti dell’umiliazione con risate spintoni e altre violenze. Come non pensare alla canea che si è scatenata sui siti della Fpoe del gentile signor Hofer contro un giovane siriano che aveva tentato il suicidio buttandosi davanti a un tram a Vienna? Il ragazzo aveva saputo della morte di suo padre. «Il conduttore doveva investirlo, non fermarsi» dicevano i post spietati. Gertrude si mostra preoccupata per la minaccia di guerra civile ipotizzata da Strache, altra esperienza vissuta da lei nel 1934 e della formula «che dio mi aiuti» utilizzata da Hofer.

E’ stata Gertrude a contattare Alexander Van der Bellen, per lei il candidato che si impegna per la pace e la parità dei diritti, e che ha messo in rete il video. «Per me probabilmente sono le ultime elezioni – conclude – ma i giovani devono fare attenzione a poter vivere bene anche in futuro. E possono farlo soltanto se votano usando la ragione».