«Siamo i custodi della volontà del popolo, il nostro mandato è quello di farla rispettare», dice al manifesto Sandra Oblitas, vicepresidente del Consejo Nacional Electoral (Cne), proposta all’incarico che ricopre dalle organizzazioni della società civile.

L’opposizione accusa il Cne di essere a favore del governo. E’ così?

In Venezuela, lo stato si configura attraverso cinque poteri. Oltre a quelli tradizionali – esecutivo, legislativo e giudiziario – vi sono il potere Morale repubblicano, formato dalla Fiscalia, dalla Defensoria del Pueblo e dalla Controloria generale dello stato, e il potere Elettorale, che ha una immensa responsabilità conferita dalla costituzione: far avanzare tutto quel che ha a che vedere con il rafforzamento della democrazia, con la definizione dell’istituzione democratica. Tre di noi vengono proposti dalla facoltà di diritto dell’università, dai rettori, dalle organizzazioni della società civile. E così avviene anche per il potere Morale. L’Assemblea nazionale, dopo aver verificato la non appartenenza dei candidati a gruppi politici, elegge i tre componenti del Cne con una maggioranza qualificata: per sette anni, ma dopo tre è prevista una rotazione di alcune cariche, che possono anche essere riconfermate con il medesimo meccanismo. Le voci che, dentro e fuori il paese, cercano di delegittimare il Cne, vogliono delegittimare la democrazia e la volontà popolare di cui siamo garanti. A differenza di quanto avveniva nella IV Repubblica, oggi il voto è segreto e facoltativo. Siamo arrivati al 97% delle certificazioni di voto. Ci manca il 3% su cui stiamo lavorando, ma il cammino percorso rispetto all’oltre 20% di prima, è molto. Le altissime partecipazioni a tutte le elezioni fin qui svolte (19) indicano la fiducia nel sistema elettorale e l’importanza che i cittadini attribuiscono alla partecipazione politica.

large_151205-142956_to051215xin_5141
Venezuela, preparativi della macchina elettorale (LaPresse)

Le destre sostengono che l’attuale sistema elettorale li penalizza e assicurano che, anche in caso di sconfitta, risulteranno maggioranza nel paese. E annunciano un Cne parallelo. Come mai?

Il nostro sistema è automatizzato, riconosciuto a livello internazionale per essere a prova di frodi. Viene sottoposto a 23 revisioni previe, certificate dai tecnici delle organizzazioni politiche che partecipano al processo elettorale e che verificano minuziosamente tutti gli aspetti del software, a partire da quello di identificazione audiometrica che non consente falsificazioni. Anche l’iscrizione al registro elettorale, a cui partecipano gli osservatori, è stata scrupolosamente verificata. Da un punto di vista tecnico-scientifico, non c’è modo di insinuare dubbi sulla serietà dei risultati, chi lo fa si basa su un intento politico che contesta i presupposti del sistema di voto. Per questo, si riferisce alla definizione di circoscrizioni, stabilita in base ai territori geografici e ai criteri dell’Istituto di statistica che determinano il numero dei deputati per circoscrizione. Dalle 87 circoscrizioni emergono 113 deputati nominali. Dalle 24 circoscrizioni relative alle entità federali che compongono il Venezuela si eleggono i deputati per voto di lista: perché la costituzione dice che la configurazione dell’Assemblea si dà per elezioni nominali e proporzionali, più 3 deputati in rappresentanza dei popoli indigeni nelle regioni in cui la loro presenza è forte. Per questo, noi diciamo che non c’è una sola elezione, non si può parlare di un unico risultato nazionale, ma di 114 risultati, tutti basati sullo stesso meccanismo sicuro.

E quando ci saranno i risultati? L’opposizione chiede conteggi rapidi.

I seggi si chiudono alle 18, ma la legge dice che se ci sono persone in coda, bisogna aspettare. Dopo la chiusura, ci voglio al massimo tre ore, poi vengono emessi i risultati sicuri. A differenza di altri paesi, non forniamo proiezioni di voti, ma i risultati definitivi ai quali si possono aggiungere poi altri bollettini. E tutto il processo di spoglio e conteggio automatizzato è a carico delle istituzioni, non viene appaltato a imprese private. Ogni sondaggio prima del risultato, è proibito.

E con quale criterio si decide di invitare gli osservatori internazionali? Perché non avete invitato l’Osa e la Ue? Perché Luis Almagro, Segretario generale dell’Osa vi ha attaccato?

Il Cne ha mandato legale a autorità morale per difendere la volontà sovrana dei venezuelani. Dal 2007, Osa e Ue non sono presenti nel paese perché nel nuovo modello di accompagnamento del processo elettorale si è posto un freno alle pretese di ingerenza di quelle istituzioni sovranazionali che pretendono di certificare i processi elettorali a nome di paesi che spesso (e con tutto il diritto, certo) non prevedono invitati internazionali. La volontà del popolo venezuelano è sovrana, certificata da un processo di accompagnamento pre e post-elettorale: vi sono i tecnici di Unasur, invitati speciali come l’ex presidente Zapatero che hanno assoluta libertà di incontrare tutte le forze politiche e andare dappertutto. Vi sono 130 osservatori da tutto il mondo più 10 invitati politici. Tutti quelli che vengono con intento di pace, sono i benvenuti. Il men che si possa dire è che Almagro è male informato.