È slittata la sigla dell’accordo, annunciato a Tunisi e Roma la scorsa settimana, tra le due fazioni libiche di Tripoli e Tobruk.

Anche il segretario di Stato, John Kerry, aveva puntato sulla mancata intesa di ieri. I presidenti dei due parlamenti rivali, Nouri Abu Sahmain del Congresso nazionale generale (Cng), e Aguila Saleh della Camera dei rappresentanti di Tobruk, si sono incontrati di persona e senza mediatori lunedì dopo i colloqui diretti che le due fazioni avevano avuto alla vigilia della conferenza di Roma dello scorso 13 dicembre a Malta.

I due politici hanno annunciato ieri a Valletta che pur avendo fatto progressi nelle trattative, non avrebbero firmato l’intesa nei termini previsti. Secondo altre fonti, il governo di unità nazionale potrebbe nascere comunque oggi anche se la formalizzazione dell’intesa avverrebbe entro quaranta giorni. Insomma sembra che ancora una volta, anche il terzo annuncio consecutivo di intesa possa chiudersi con un nulla di fatto.

«Siamo venuti qui (a Malta, ndr) per annunciare al mondo che siamo capaci di risolvere i nostri problemi da soli con l’aiuto della comunità internazionale. Non accetteremo nessun intervento esterno contro la volontà del popolo libico», ha assicurato Nouri Abusahmain. Da parte sua, Aguila Saleh ha riferito di progressi significativi nei negoziati.

Dopo l’annuncio della mancata intesa, sono scoppiati piccoli festeggimenti a Tripoli. I media vicini al governo della capitale libica hanno riferito di vere e proprie «celebrazioni».

Il parlamento di Tripoli risulterebbe chiaramente ridimensionato da un’intesa con il fragile generale Khalifa Haftar. Anche i quotidiani maltesi hanno riferito di celebrazioni nella capitale libica.

In attesa dell’improbabile annuncio di un accordo stabile, dovrebbero incontrarsi l’inviato delle Nazioni uniti, Martin Kobler, e l’auto-proclamatosi capo delle forze armate di Tobruk, Khalifa Haftar, per discutere di un possibile avvio di una missione internazionale nel paese sotto l’egida delle Nazioni unite.

Secondo molti osservatori, l’intesa avrebbe proprio lo scopo di accelerare un intervento internazionale nel paese mentre nei giorni scorsi la Nato ha annunciato di voler puntare sulla sua presenza in Libia.

Le aviazioni francesi e statunitensi avevano attaccato postazioni dello Stato islamico a Sirte e Derna il 20 e 21 novembre scorsi.