Nei primi giorni di rientro a scuola, in tutta la città si sono verificati disagi a causa del freddo e della mancanza d’acqua negli istituti, nelle periferie e nel centro città.

Il 7 gennaio, gli studenti del Tasso si sono trovati a fare lezione senza riscaldamento e, passato il weekend, le due giornate del 10 e 11 gennaio hanno visto entrambi gli istituti privi di acqua. Il problema che coinvolge i due istituti è un problema di tubature vecchie e di valvole, che si incastrano o ghiacciano e di una cisterna, che ha la funzione di contenere l’acqua, muffita.

La risposta che le presidenze hanno dato a questo problema è stata non far entrare gli studenti il primo giorno e evacuarli il secondo nel caso del Tasso e evacuarli entrambi i giorni nel caso della sede centrale del Righi. Gli studenti si sono trovati di fronte alla necessità di intraprendere un percorso collaborativo con le presidenze chiedendo un’assemblea straordinaria a scopo informativo nella data 12/01, ma in entrambi i casi il dialogo è stato negato. Ed è stato negato perché si pensava che il problema sarebbe stato risolto nel pomeriggio di mercoledì, quando è stato effettuato un sopralluogo dell’istituto dall’Acea, ma due delle cisterne invece che essere aggiustate sono state danneggiate e l’acqua disponibile per gli istituti era dimezzata rispetto agli ultimi giorni. E quindi, oggi, noi studenti ci troviamo di fronte all’esigenza di cercare un’altra risposta. Una risposta che cerchi di risolvere il problema invece di aggirarlo.

Il bisogno di acqua e di servizi igienici è un bisogno che coinvolge componente studentesca, docenti e personale Ata. Per questo, riteniamo che la nostra protesta debba essere parallela a quella di tutte le componenti della scuola. Ma dal momento che la mancanza di acqua è uno dei problemi più impellenti che ci troviamo di fronte oggi, riteniamo la nostra risposta debba essere immediata. L’acqua, come il riscaldamento, come l’agibilità degli edifici scolastici è un diritto a cui non siamo disposti a rinunciare. Dal momento che il problema dell’acqua è un problema strutturale, vogliamo che siano fatti dei lavori e che la scuola sia resa agibile in maniera definitiva. Non sono questi i diritti degli studenti. Vogliamo, e pretendiamo, una soluzione.