Colpevole di “negligenza”, ma “dispensata” di pena. La direttrice generale dell’Fmi, Christine Lagarde, non era presente ieri alla lettura della sentenza della Corte di giustizia della Repubblica (il tribunale speciale dei ministri), dopo una settimana di processo. Lagarde era già tornata a Washington “per ragioni professionali”. Il portavoce dell’Fmi, Jerry Rice, ha fatto sapere che ci sarà una riunione dell’istituzione che riunisce 189 paesi, “ben presto, per valutare i più recenti sviluppi”. Ma la blanda sentenza di Parigi non dovrebbe travolgere Lagarde. La colpevolezza di Lagarde non sarà neppure scritta nella fedina penale dell’ex ministra, che doveva rispondere di aver chiuso gli occhi di fronte all’arbitrato privato tra lo stato e l’affarista Bernard Tapie, che ha intascato più di 400 milioni di euro nel contenzioso che lo opponeva al Crédit Lyonnais, ai tempi del caso ancora banca pubblica, per la vendita di Adidas. Lagarde, che nel 2008 era ministra delle Finanze, è stata “negligente” con i soldi dello stato (nel 2015 la giustizia ha condannato Tapie a restituirli, accusandolo di truffa).

Lagarde aveva accettato l’arbitrato privato al posto di un processo di fronte alla giustizia francese. La “negligenza” che le viene rimproverata riguarda il non aver presentato ricorso dopo la decisione molto favorevole a Tapie, rendendo “ineluttabile l’appropriazione di 45 milioni di euro da parte dei coniugi Tapie” per il solo titolo di “risarcimento morale”. Ma la Corte di giustizia della Repubblica, un tribunale speciale comporto da 3 magistrati professionisti e da 12 parlamentari, ritiene che Lagarde non deve pagare (rischiava fino a un anno di carcere e 15mila euro di multa) perché è una “personalità” con “statura internazionale” e nel 2008 aveva dovuto far fronte alla crisi finanziaria mondiale che “accaparrava l’attenzione”. In questo periodo di diffidenza crescente verso le élites, un tribunale di politici che non punisce uno di loro rischia di passare male nell’opinione pubblica. Ma il governo di Bernard Cazeneuve si è subito precipitato a “rinnovare” la fiducia nell’ex ministra di Sarkozy oggi alla testa dell’Fmi. L’avvocato di Lagarde, Patrick Maisonneuve, non dovrebbe presentare ricorso, perché, malgrado la conferma dell’accusa di “negligenza”, la direttrice generale dell’Fmi nei fatti “non è stata condannata a nulla”.