In piazza per la Grecia

«Partecipo alla manifestazione del 14 perché credo che un popolo debba sempre e comunque autodeterminarsi. Partecipo perché ho visto gli occhi disperati e affamati di chi non capisce le ragioni della propria sopravvenuta fame. Partecipo perché una cultura madre e sorella non debba essere immaginata povera, in nessun contesto e per nessuna ragione. Partecipo perché vinca la logica del sostenersi, e perché non è il mio continente questo luogo gretto ed egoista e vecchio e impotente che volta le spalle all’immensità della sua storia. Partecipo perché i debiti si pagano, ma i crediti si riscuotono senza voler vedere la fame dei debitori. Partecipo perché il forte non è mai forte se vuole vedere gli altri deboli e in ginocchio. Partecipo. E spero che si capisca che qualsiasi organismo corre alla velocità di cui è capace in ogni sua parte; altrimenti, tanto vale che sia fermo. Per sempre».

Maurizio De Giovanni

Per un’Europa dei popoli

«Il XXI secolo non è iniziato come ci aspettavamo. Basti pensare a come si è divaricata la forbice tra ricchi e poveri. Il patrimonio privato delle otto persone più ricche del mondo supera l’intero ammontare del debito greco. Un mondo in cui i privilegi di otto esseri umani pareggiano le sofferenze di un intero popolo ha qualcosa di mostruoso. Ancora più mostruoso che l’Europa (culla della democrazia e dei diritti civili) sia diventata in questi anni una fortezza gelida e amministrativa, un’espressione economica (finiti i tempi delle «espressioni geografiche«) che ha sempre meno a che spartire con le speranze del popolo che sta cessando sostanzialmente di rappresentare. Creare invece un”Europa dei popoli. Questo significa aderire alla manifestazione di sabato».

Nicola Lagioia