Anche il turista più disattento in viaggio avrà notato, magari non nelle stazioni più centrali ma di solito in quelle più defilate del Giappone, come spesso ci siano molte persone con macchina fotografica e treppiede appostate sui binari. Si tratta di appassionati di treni, di solito maschi di età variabile, che hanno fatto del loro amore per le ferrovie ed i vari modelli di treni quasi una ragione di vita. Si sa che i trasporti pubblici sono importantissimi nell’arcipelago, l’inaugurazione del treno superveloce Shinkansen per le Olimpiadi di Tokyo del 1964 ad esempio, ha letteralmente mutato le caratteristiche urbanistiche del territorio, aumentando la concentrazione di edifici ed abitazioni ed anche i prezzi nelle aree in corrispondenza delle sue stazioni.

La passione per i treni ha mille sfaccettature, librerie ed edicole sono colme di riviste specializzate che analizzano e mostrano i vari modelli di treni con le loro rispettive caratteristiche stilistiche e meccaniche, ci sono inoltre altre pubblicazioni che lagano la passione per la ferrovia con il vintage, foto di vecchie stazioni e treni che non ci sono più che giocano sì sulla nostalgia, ma che funzionano anche come una sorta di manuale di storia popolare.

Grande importanza viene svolta inoltre anche dai diorami, altra passione-mania che diletta una parte della popolazione giapponese, con fedelissime ricostruzioni in miniatura di stazioni e treni, circondate da centri abitati. Questa attrattiva verso ferrovie, treni e tutto ciò che circonda questo universo in continuo movimento sta avendo un’ulteriore capitolo con una mostra molto particolare attualmente in corso nella città di Kawasaki. L’evento si svolge nell’Okamoto Taro Museum, edificio dedicato ad uno dei più grandi artisti visivi giapponesi del ventesimo secolo, Okamoto fra le altre cose nel 1970 realizzò la famosa Torre del Sole, un’imponente struttura che sarebbe diventata il centro simbolico dell’esposizione universale che si svolse a Osaka,un appuntamento che, assieme alle già citate Olimpiadi di sei anni prima, avrebbe sancito la fine del periodo post-bellico per il Giappone.

Sempre di Okamoto è un gigantesco murale di trenta metri di lunghezza, proprio in una delle stazioni ferroviarie più attive al mondo, Shibuya a Tokyo, un’opera intitolata «Myth of Tomorrow» che è allo stesso tempo una forte condanna delle armi nucleari; vi è dipinto un panorama astratto e di distruzione come se mille soli fossero esplosi, ma riesce anche ad avere una valenza positiva, colori e forme che se viste da vicino hanno la capacità di mozzare il fiato.

Ebbene l’Okamoto Taro Museum ospita una serie di lavori d’arte contemporanea tutti ispirati o con motivi che richiamano le ferrovie, treni-sculture usciti quasi da un’animazione dello Studio Ghibli si alternano a una serie quasi infinita di tubi colorati che si intrecciano per formare e ricreare l’intrico della quasi infinita metropolitana di Tokyo. O ancora dipinti che aprono il sottosuolo per farci vedere la vita brulicante di persone e negozi in vari livelli sotto ad una grande stazione ferroviaria e dipinti iperrealistici che ci mettono di fronte all’incredibile complessità e bellezza delle linee ferroviarie quando si confondono e modellano il panorama metropolitano, non sempre in maniera positiva.

Con queste opere che connettono i treni con la vita che trasportano e con il tessuto urbano ma anche di campagna con cui si fondono, è resa esplicita l’importanza del mezzo ferroviario come nodo simbolico in cui si rispecchia la società giapponese contemporanea.