Non era solo un balcone mal riuscito, quello che il 2 settembre scorso si staccò di netto dalla facciata di una delle palazzine «antisismiche» della New town aquilana di Cese di Preturo. Il legno con cui sono state realizzate le strutture portanti dei balconi di 494 prefabbricati del progetto berlusconiano C.a.s.e. (Complessi Antisismici Sostenibili Eco-compatibili) sarebbe scadente e privo di bullonatura.

Lo ha appurato la procura de L’Aquila che ha disposto da lunedì prossimo il sequestro di 800 balconi «non sicuri» negli insediamenti di Cese di Preturo, Collebrincioni, Coppito, Sassa e Arischia. L’indagine aperta da mesi su quei 4.500 alloggi costruiti – al costo di 2700 euro al metro quadro – per i circa 16 mila sfollati dopo il terremoto del 6 aprile 2009 potrebbe portare presto, hanno spiegato ieri il procuratore Fausto Cardella e il pm titolare dell’inchiesta Roberta D’Avolio, all’iscrizione sul registro degli indagati di alcune delle persone coinvolte nel progetto, nella realizzazione e nella manutenzione degli edifici.

Le ipotesi di reato formulate sono crollo colposo, frode in pubbliche forniture (che però potrebbe cadere in prescrizione perché si riferisce a fatti eventualmente commessi nel 2009) e omissione di lavori in edifici che minacciano la rovina. Quest’ultima accusa sarebbe in riferimento alla correttezza della manutenzione ordinaria e straordinaria e in relazione al fatto che alcuni cittadini riferiscono di aver più volte denunciato anomalie nei balconi.

Ma legittimamente la popolazione che da oltre cinque anni è stata relegata nelle 19 New town teme ora che oltre ai balconi siano poco sicure anche le intere strutture. Sotto accusa è un’azienda piacentina che vendeva legname, la Safwood, dichiarata fallita dopo un’indagine disposta dal sostituto procuratore Antonio Colonna che nei prossimi giorni invierà il fascicolo relativo alla procura di Roma, competente per territorio. Nell’indagine piacentina, oltre a varie ipotesi di bancarotta fraudolenta si ipotizzava anche il reato di truffa per aver partecipato all’appalto per la ricostruzione post-terremoto in Abruzzo presentando credenziali false.