Nel 1967 usciva nelle librerie giapponesi Toki wo kakeru shojo, ovvero «La ragazza che saltava nel tempo», un romanzo di Yasutaka Tsutsui, scrittore di fantascienza giapponese fra i più popolari e letti, basti pensare che «Paprika», un altro suo romanzo del 1993 fu trasposto in un pregevolissimo lungometraggio animato dal compianto Satoshi Kon. La ragazza che saltava nel tempo è a tutt’oggi una delle storie più conosciute nell’arcipelago giapponese, fama dovuta alle numerose trasposizioni avute, serie televisive, live-action ma soprattutto al lungometraggio animato del 2006 diretto da Mamoru Hosoda.

Sono passati quindi dieci anni dal lavoro che ha rivelato al pubblico giapponese e a quello internazionale il talento di Hosoda, regista che aveva in verità già diretto alcuni lungometraggi della serie «Digimon» ed uno dedicato a «One Piece» negli anni precedenti e che era stato scelto come uno dei possibili nuovi autori dello Studio Ghibli. Nei primi anni novanta infatti lo studio fondato da Miyazaki, Takahata e Suzuki lo aveva individuato come possibile regista di Il castello errante di Howl, ma Hosoda fu costretto a lasciare durante le prime fasi della produzione in quanto lo studio non lo riteneva adatto per il tipo di lungometraggio che i boss Ghibli avevano in mente.

La ragazza che saltava nel tempo allora rappresenta per la carriera del giapponese una sorta di rinascita e di distacco dai «padri» dopo la cocente delusione con Ghibli. Ma allo stesso tempo permette al regista di trovare una sua originale poetica e forma espressiva che lo accompagnerà nei suoi lavori successivi che tanto lo hanno fatto conoscere e apprezzare sia in patria che all’estero. Summer Wars, Wolf Children – Ame e Yuki e l’ultimo The Boy and the Beast sono probabilmente, assieme ai lavori Ghibli e quelli di Shinkai Makoto, i lungometraggi animati più riusciti di questi ultimi dieci anni nell’arcipelago, naturalmente non vanno dimenticati i lavori di Oshii Mamoru che però sembra aver deciso di abbandonare il genere animato per concentrarsi esclusivamente sui live-action.

La ragazza che saltava nel tempo è allora un film importante, per lo stesso Hosoda come abbiamo visto, ma ancor di più, ne siamo convinti, per la storia dell’animazione nipponica. A riprova di questo e anche come celebrazione della storia originale di Tsutsui, storia che avrà dal prossimo mese sul piccolo schermo dell’arcipelago un nuovo ed ennesimo telefilm, sarà inaugurata nella capitale giapponese sempre nel mese di luglio una mostra che celebrerà il decennale del film. Preceduta da una proiezione speciale del film all’aperto alla presenza dello stesso Hosoda, la mostra sarà aperta dal 12 al 31 luglio nel prestigioso Museo nazionale di Tokyo.

Ma le celebrazioni dedicate al decennale del film e all’opera di Hosoda in generale non finiscono qui, sempre in luglio, esattamente dal 7 e per la durata di un mese, sarà aperto nella zona di Shibuya un locale denominato Tokikake Cafe, dove sarà possibile consumare piatti ispirati ai lungometraggi diretti dal giapponese. Se sono gli eventi collaterali e apparentemente effimeri quelli che ci dicono della popolarità di un autore giapponese in patria e della capacità di penetrazione nell’immaginario e nel mediascape del paese, allora Hosoda sta entrando in questa ristretta cerchia ed è un processo meritato, visto che nell’ambito dell’animazione resta uno dei migliori ed più originali artisti che il Sol Levante sia in grado di presentare ed offrire al pubblico.

matteo.boscarol@gmail.com