A dirla tutta, la sovra-rappresentazione eccitata della politica non è il solo veleno che intossica il teleschermo. La tv del pomeriggio, riesce a fare di peggio. Quella dei contenitori, per intenderci. Più di trent’anni fa Carlo Freccero inventava, creando uno spazio inedito nel palinsesto, il «pomeriggio con sentimento», una formula fatta di telenovelas e soap, di storie di amori e di passioni indirizzate al pubblico delle casalinghe. Oggi dalle parti di Canale 5, e purtroppo anche da quelle della Rai, il sentimento che tracima dal video nei pomeriggi italiani è di frequente la paura. Omicidi, delitti efferati, cronache criminali dettagliate tengono la scena televisiva con una frequenza che si è fatta da tempo patologica.

Se n’è accorto, vivaddio, Fiorello. Una volta «nel pomeriggio si faceva gossip», ha detto, «si sorrideva», poi ha invitato gli autori delle trasmissioni a «non ammorbare il pubblico per ore con dettagli di cronaca nera», anche perché «davanti alla tv ci sono i bambini». «Parlate di libri- ha aggiunto- parlate di storia». L’uscita di Fiorello è stata rubricata da qualche interessato come una provocazione, magari d’autore, e nulla più. Anzi qualcuno con modi garbati ha quasi fatto intendere: «Ragazzo, lasciaci lavorare». La televisione della paura sembra fare il paio con l’azione degli imprenditori politici della paura, e forse ne alimenta indirettamente le fortune.

Gli altissimi tassi di apprensione che si toccano in trasmissioni come Pomeriggio 5 e, seppur di meno, in La vita in diretta, sono oramai da livello di guardia per la salute pubblica. Una ricerca di qualche mese fa ( Demos e l’Osservatorio di Pavia) ha certificato che è soprattutto Mediaset a spingere sull’acceleratore ansiogeno. In questo caso c’è chi ti spiega, che la tv rispecchia la realtà. È un argomento farlocco. Come ci indicano i numeri, la realtà racconta un’altra verità: i delitti e gli omicidi sono da tempo in nettissimo calo nel paese.

Nei primi sei mesi del 2016 dicono che, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il calo degli omicidi è stato di oltre il 20%. Se poi si prendono i dati di un periodo più lungo, quelli che vanno dal 2000 al 2014, ci si rende conto meglio di un trend che vede il tasso di omicidi (per 100 mila abitanti) scendere in Italia da 1,3 a 0,75; quasi dimezzandosi. La tv distilla negli spettatori un «senso comune» di apprensione e paura che va esattamente contro quel «buon senso» che, facendo un po’ di conti, ci racconterebbe una verità opposta (aveva ragione Manzoni che il buon senso e il senso comune non sono la stessa cosa). E poiché, per citare Berkeley, «esse est percipi», oggi qualsiasi cittadino non esiterebbe a dichiararsi allarmato, per il ricorrere di misfatti e crimini che ne minacciano l’incolumità e la vita.

Più che la televisione, finestra sul mondo, al pomeriggio si trasforma in una stanza satura di malumori, dove si avverte forte la necessità di una boccata d’ossigeno. Signori della tv aprite la finestra, per favore.