Tutto è pronto, manca solo la targa. E il taglio del nastro. Ma… fermi tutti: la nuova scuola materna pubblica non s’ha d’aprire. Lo dice il parroco di Bibiana, piccolo comune di 3 mila abitanti all’imbocco della Val Pellice, in provincia di Torino. Non è un atto d’imperio di don Ermanno Martini, responsabile della locale scuola paritaria dell’infanzia San Marcellino, convenzionata Fism (Federazione italiana scuole materne), ma «un parere negativo». Tradotto: un veto. Lo può fare. Ebbene sì, in Piemonte un asilo privato può bloccare l’apertura di uno pubblico. Tutto a rigor di legge. È possibile in base a una delibera del consiglio regionale del 29 ottobre 2013 – voluta dal consigliere cattolico Giampiero Leo, Ncd, quando presidente era il leghista Cota – che impone «coordinata partecipazione delle scuole statali e delle scuole paritarie al sistema scolastico». Ai fini di non diminuire «l’offerta formativa esistente nelle scuole paritarie», queste possono fornire «un parere motivato», magari contrario, in caso di inaugurazione di nuovi asili. Se in un territorio ne esiste solo uno privato, la scelta per i genitori è obbligata (e cara).
A Bibiana la nuova struttura è costata quasi un milione e mezzo di euro, di cui 500 mila euro da fondi regionali e 388 mila da fondi europei. Si sono già iscritti 29 bambini e altri potrebbero arrivare dai comuni limitrofi. Il parroco teme, però, di perdere una classe e di non poter garantire gli attuali posti di lavoro. Quindi preferisce porre il veto nei confronti dell’asilo statale. D’altronde, lo permette l’istituzione pubblica, la Regione. Storture del sistema.
Ora, con Chiamparino al posto di Cota, la patata bollente piomba sui banchi del consiglio regionale, grazie a un ordine del giorno promosso da Marco Grimaldi, Sel, e sottoscritto da undici consiglieri del Pd (in disaccordo il capogruppo Gariglio, ala cattolica) e dai presidenti dei gruppi di Scelta civica e dei Moderati. «Abbiamo chiesto alla giunta di adoperarsi per evitare che un parere negativo da parte delle paritarie si trasformi automaticamente nell’impossibilità di attivare strutture statali. E che vengano rivisti gli atti d’indirizzo e i criteri di programmazione». Grimaldi ha, poi, scoperto che in altri sei comuni piemontesi (Villanova Canavese, Torino, Venaria, Novara, Bagnolo Piemonte, San Damiano d’Asti) si era verificato un veto analogo a quello di Bibiana.
Ieri, l’assessore regionale all’Istruzione Gianna Pentenero ha incontrato la Fism e i sindaci per risolvere la questione. I casi di Villanova, Torino, Novara, San Damiano parrebbero rientrati: la Fism consentirà l’apertura dei nuovi asili. Il più in bilico rimane Bibiana. Si è affrontato caso per caso, ma da settembre, sottolinea Pentenero, «rivedremo questa norma alla luce delle difficoltà emerse, tenendo conto della situazione nella sua complessità».
E mentre la Cub dichiara la delibera incostituzionale (cosa che non è riscontrata dall’assessore Pentenero) e il centrodestra la difende, sull’argomento è intervenuto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che, oltre a definire la norma eufemisticamente «originale», ha rassicurato i genitori dei bambini iscritti alla materna comunale.