Nota per la sua fama di eterna incompiuta, simbolo dell’immobilismo italiano e delle tristi sorti delle grandi opere del Meridione, il tratto di autostrada Salerno-Reggio Calabria è in questi giorni la protagonista di una suggestiva rassegna fotografica presso l’Istituto centrale per la grafica,a Roma.
Curata da Emilia Giorgi e Antonio Ottomanelli la mostra Verso il Mediterraneo. Sezioni del paesaggio da Salerno a Reggio Calabria accompagna il visitatore in un vero e proprio viaggio lungo questa lingua di asfalto. «La scelta della campagna fotografica, che in Italia ha una grande tradizione, deriva dalla necessità di rileggere il paesaggio attraverso uno strumento di analisi lucido e capace di restituire criticità e potenzialità con grande immediatezza», spiega Ottomanelli, ideatore del progetto nel 2014.

L’approccio al tema non è di carattere tecnico e specialistico, e l’autostrada non è altro che un dispositivo di narrazione, il cantiere infinito di una grande opera che consente di raccontare cinquant’anni di storia del paese e di mostrare la potenza di un paesaggio complesso e suggestivo, come quello della Calabria.
Gli autori degli scatti hanno età, esperienze e approcci diversi; sono tutti accomunati da ricerche sperimentali che lavorano con la fotografia con approcci tematici e non professionistici. Ogni fotografo si è misurato con uno specifico tratto di strada, e ha selezionato temi, sguardi e modalità con i quali leggere i chilometri assegnati.

Nella prima sala una grande mappa raffigura il tracciato dell’A3 sulla punta dello stivale, e segnala gli autori, le rotte e i luoghi di questo percorso, che segue la geografia della strada e attraversa i paesaggi visivi degli autori. Il racconto su questo tratto di autostrada è molteplice, affidato alla potenza delle indagini degli artisti, ma anche ai materiali storici dell’archivio Anas, e a disegni e materiali audiovisivi.

L’allestimento della rassegna, curata dallo studio romano 2A+P, trasforma le pareti di Palazzo Poli in articolate quadrerie, dove le dimensioni e le tipologie dei materiali e delle cornici tengono insieme quest’intreccio di differenti registri, artistici, storici, documentaristici. Il percorso suggerito dalla grande mappa sembra poi concedersi delle pause nella terza sala, aprendo a delle deviazioni, geografiche e tematiche, che distendono lo sguardo cambiando, momentaneamente, la rotta.

Lo Stretto di Messina, l’area di Ganzirri, la SS106 Jonica appaiono nelle foto di autori celebri, rispettivamente Gabriele Basilico, Olivo Barbieri e Mario Cresci, nella collezione dell’Atlante italiano 003 prestata dal Museo Maxxi. Trampoli di cemento che svettano dalla macchia mediterranea, nuvole di polvere tra cantieri infiniti, il mare e le rughe dei pescatori, i ponti nel nulla e i salti tra le valli descrivono un paesaggio difficile e di una straordinaria imponenza, che sembra poter trovare respiro dal suo perenne stato di isolamento fino al 14 febbraio a Roma, nelle sale di Palazzo Poli, e dalla fine del mese scorso nel resto del paese, con l’apertura dell’ultimo grande cantiere per i lavori di completamento che riguarda la Galleria Larìa, in provincia di Cosenza.