«La buona scuola non la fanno i soldi delle aziende, i presidi manager o la meritocrazia. La buona scuola la fanno gli insegnanti, gli studenti e i genitori,. Lotteremo per una scuola che educa alla solidarietà e non alla competizione, all’inclusività e non al merito. Lottiamo per una scuola che non lascia indietro nessuno». è il video diffuso ieri in rete dalle «Cattive Maestre», un gruppo di insegnanti che lavora precariamente nelle scuole italiane da più di dieci anni e sono impegnate nelle mobilitazioni, nei cortei e flash mob contro la riforma Renzi-Pd. L’appello alla mobilitazione per bloccare il Ddl approvato alla Camera e ora al Senato è visibile sulla pagina facebook «Cattive Maestre» e sull’account twitter @CattiveMaestre dove è possibile consultare le slide che smontano, pezzo per pezzo, le argomentazioni lanciate dal preside(nte) del Consiglio Renzi nell’ormai famoso video-spot dove confonde «cultura umanista» con «cultura umanistica».

Le cattive maestre sono un insegnante di scuola primaria, vincitrice di concorso, non entrata di ruolo. Una biologa che insegna scienze nella scuola superiore ed è stata assunta dopo 15 anni di precariato. Un’archeologa che insegna lettere nella scuola media da 8 anni, scade ogni anno a giugno, è abilitata ma è esclusa dal piano assunzioni del governo Renzi. Un’insegnante precaria che insegna spagnolo da 8 anni, è abilitata in seconda fascia ed è stata esclusa da Renzi dal piano assunzioni