Dieudonné è un umorista francese di 47 anni che riempie le sale quando si esibisce, a Parigi nel teatro della Main d’Or come nelle tournées in provincia. Gli spettatori ridono alle sue battute. Su Internet si è creata una comunità di entusiasti, sempre più fitta. Dieudonné ride e fa ridere riprendendo l’arsenale più retrivo dell’antisemitismo. Ha inventato un gesto – la “quenelle”, che dal campo della gastronomia (è una specie di gnocco a base di pesce o pollo) è ormai entrato in quello della politica – che ieri ha riprodotto anche il calciatore Anelka, dopo aver fatto un goal nel campionato inglese. La “quenelle” – un “saluto nazista rovesciato” secondo Alain Jakubovicz, presidente della Licra (Lega contro il razzismo e l’antisemitismo), rivendicato come “rivoluzionario e antisemita” dall’umorista e dai suoi seguaci – è diventata un emblema. La compagna di Dieudonné ha persino brevettato il termine. Contro chi lo critica e lo accusa di antisemitismo, Dieudonné si difende dietro la scusa di essere “discendente di schiavi”.

Il ministro degli interni, Manuel Valls, ha deciso di reagire. Nei prossimi giorni, invierà ai Prefetti una circolare che permetterà di valutare, caso per caso, se gli spettacoli di Dieudonné sono “una turbativa all’ordine pubblico” e se dovranno venire proibiti. Qualche sindaco ha già tentato di bloccarli, ma la giustizia amministrativa, sistematicamente interpellata dagli avvocati dell’umorista, ha sempre bocciato le iniziative locali, anche se Dieudonné è già stato condannato a pagare multe salate: l’antisemitismo in Francia è un reato, non un’opinione. Radio France ha sporto denuncia contro Dieudonné, per aver insultato in uno spettacolo un giornalista della rete pubblica, Patrick Cohen, colpevole di non si sa cosa, ma che ha un nome ebreo: “quando sento parlare Patrick Cohen mi dico, vedi, le camere a gas, peccato”, l’umorista fa ridere il pubblico. Dieudonné ha già messo alla gogna anche un altro giornalista, Frédéric Haziza di LCP, che lo aveva criticato. Contro questo “umorismo” il governo ha deciso di agire, soprattutto dopo che 6 giovani ebrei hanno di recente cercato di aggredire Dieudonné a Lione.

Per Valls, “Dieudonné ha cambiato dimensione. Gli spettacoli di Dieudonné non appartengono più alla dimensione creativa, ma contribuiscono ad accrescere i rischi di turbativa all’ordine pubblico”. Per il ministro degli interni, “siamo passati dall’ambito della legge del 1881 sulla libertà di espressione a quello dell’ordine pubblico”. Valls intende “spezzare la meccanica dell’odio” diffusa dagli spettacoli di Dieudonné. Ma molti dubitano dell’efficacia della proibizione. C’è un’oggettiva difficoltà giuridica, perché finora i tribunali amministrativi hanno sempre cassato le decisioni dei sindaci. Il Fronte nazionale difende Dieudonné invocando “la libertà di espressione”, garantita dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. L’Uejf, l’Unione degli studenti ebrei di Francia, ha dei dubbi sulla strategia di Valls e sulla sanzione preventiva, che punta alla messa al bando degli spettacoli di Dieudonné e ritiene più efficace la sanzione ex post. Laurent Joffrin, direttore del Nouvel Observateur, pero’ afferma: “temevamo di accordargli una pubblicità eccessiva, di attirare l’attenzione di un’opinione pubblica a grande maggioranza indifferente, di farne un martire della libertà di espressione. Questi scrupoli sono oggi superati, grazie alle reti sociali. Dieudonné accoglie già l’adesione ignorante ma fervente di un numero considerevole di internauti”. Sul sito Nouvelobs.com i commenti sono purtroppo istruttivi, per valutare la diffusione dell’antisemitismo in Francia all’alba del 2014.