Era chiaro che sarebbe successo ed è accaduto. L’estrema destra francese sta tentando di prendersi un paese sconvolto e schiacciato dalla paura. Mentre da più parti s’invocano leggi ad hoc, «non si può vivere come una nazione in pace, mentre siamo in guerra» dicono in molti, gruppi di neofascisti identitari e sovranisti provano a imporsi sul territorio, utilizzando i morti di Parigi.

E’ successo sabato sera a Pontivy, in Bretagna. Il gruppo d’estrema destra identitaria bretone Adsav aveva programmato da tempo una manifestazione contro i migranti e gli stranieri nella cittadina. Le autorità non hanno vietato la manifestazione, nonostante lo stato d’allerta e il potenziale grave pregiudizio all’ordine pubblico. La dimostrazione, cui hanno partecipato tra 100 e 150 nazionalisti bretoni, si è trasformata in una caccia allo straniero e non solo. Un uomo, di origini magrebine, riferisce France Bleu, è stato aggredito da sei militanti del movimento.

«L’hanno preso al collo e si sono sfogati contro di lui» racconta un testimone. Altri abitanti di Pontivy parlano di gente presa dal panico che si rifugiava nei negozi, bambini spaventati dalle bombe artigianali, serrande abbassate e slogan che davano i brividi.

C’è anche chi, riferisce sempre l’emittente bretone, ha visto gruppi di ragazzini antifascisti, arrivati per contestare la manifestazione, essere inseguiti per le strade e chiedere ospitalità in abitazioni private, per evitare un pestaggio o anche peggio. Alla fine della giornata tre persone risulterebbero ferite.

Davanti a queste scene inquietanti, il sindaco del piccolo centro dichiara di aver temuto per una manifestazione con parole d’ordine ispirate dall’odio e dal razzismo, che ha assunto toni ancora più gravi in seguito agli attacchi di Parigi, ma si difende richiamandosi alla libertà d’espressione. Tutto qui. Di fatto, a poche ore dal più grave attentato sul suolo francese della storia, e nonostante lo stato d’emergenza, nessuna autorità ha impedito che l’estrema destra marciasse, nel senso più cupo del termine, su una cittadina del nord della Francia.

Eppure i francesi stanno reagendo a questo tentativo di manipolazione, che ha l’assurdo retrogusto di una sinistra convergenza d’interessi. A Lille, sempre nel pomeriggio di sabato, i cittadini che partecipavano a un presidio organizzato in omaggio alle vittime di Parigi, hanno cacciato fisicamente un gruppo di estremisti di destra che tentava di entrare nella piazza. Lo stesso è accaduto a Metz, dove una decina di neofascisti voleva manifestare contro gli attacchi di Parigi. Quando questi hanno cominciato a scandire slogan identitari e contro l’islam, reggendo uno striscione che chiedeva l’espulsione degli islamisti, sono stati circondati dai cittadini che li hanno ricacciati indietro.

La tensione è salita sino a quando la polizia ha caricato e arrestato i militanti d’estrema destra. La scelta delle forze dell’ordine è stata salutata dagli applausi delle centinaia di persone accorse per impedire la provocazione.
Tentativi di strumentalizzazione e occupazione delle piazze come questi avverranno ancora, molto probabilmente almeno.

Resta da capire se i francesi riusciranno, come a Lille o a Metz, a ricacciare indietro ogni rigurgito nazionalista e identitario, che cammina sui corpi ancora caldi dei morti di Parigi. Anche se è reale il rischio che il baricentro di un paese intero si sposti a destra, la sfida è proprio questa.