Sesto Luciani, muratore, nacque in una casa di terra in tempo di guerra. Alla morte del quinto fratello, di nome e di fatto, prese anche lui il nome da un numero. Da bambino, poverissimo, iniziò a frequentare la società operaia di mutuo soccorso (Soms) di Corridonia, in provincia di Macerata. Generoso, forte, incrollabilmente allegro, per lui quella diventò una seconda casa. Incontrava il mondo grande della solidarietà tra i diversi ai quali nel 1863 venne rivolta questa vibrante esortazione: «Artieri e operai, costituitevi e l’opera vostra sarà dai venturi benedetta». Sesto decise di prendere sul serio queste parole che oggi si trovano incastonate in un quadro all’entrata dei locali di via Procaccini 50. Benedisse quell’opera, rifece da solo le mura e gli impianti elettrici per proteggere l’ideale del mutualismo interclassista tra lavoratori e cittadini non solo di origine operaia. Oggi a Corridonia si celebra il 150° anniversario dalla fondazione di una delle più antiche Soms italiane. Sesto è morto due anni fa e sua figlia Eva, 39 anni e madre di Giulia che di anni ne ha 12, ricopre il ruolo di presidente della società. Il passaggio di testimone dal padre alla figlia è avvenuto nel 2005 quando insieme ad un collettivo decisero che questo antico luogo non doveva morire. Anzi, avrebbe dovuto tornare a tutelare e a promuovere una socialità alternativa nel mondo della precarietà e della disoccupazione di massa. «Sesto – Eva chiama così suo padre – voleva creare un luogo dove si condividessero attività senza fine di lucro nello spirito della solidarietà. Lui sapeva che non avrebbe visto questo giorno. La nostra festa la dedichiamo a lui».
La missione originaria della Soms era promuovere il bene pubblico e la cooperazione «tra le classi lavoratrici»; proteggere e «facilitare il lavoro» dei soci; diffondere la cultura e l’«istruzione popolare». Mai intuizione fu più felice perché, come a metà dell’Ottocento anche oggi, sono innumerevoli le esperienze di mutuo soccorso, dei gruppi di acquisto equo e solidale, dell’economia collaborativa che uniscono lavoratori dipendenti e precari, giovani e meno giovani, metalmeccanici, agricoltori, artisti e «cognitivi», poveri e borghesi, tanto nella provincia quanto nelle grandi città.
La Soms di Corridonia è diventata in questi anni lo snodo di una rete nazionale e internazionale della cultura musicale indipendente. Qui si svolgono anche laboratori per tecnici del suono, fotografi, grafici oltre che sulla consapevolezza alimentare. I giovani, come i professionisti maturi, hanno la possibilità di scambiarsi esperienze, impartire corsi, apprendere o tramandare un mestiere, cosa che avviene sempre più di rado nelle università o nei corsi di formazione. Alcune di queste attività già avvengono nei [CORSIVO]cowork[/CORSIVO] spuntati come funghi negli ultimi due anni in Italia, oppure nei centri sociali come il Sisma di Macerata. [/ACM][TXT]La distinzione è sottile ma, com’è tradizione nel mutualismo, la forbice della partecipazione alle Soms è più ampia: qui si svolgono i direttivi provinciali della Fiom, c’è l’Anpi, ma anche i concerti di musica elettronica. Insieme, questa pluralità di associazioni costituisce il futuro del mutualismo che sembrava scomparso dopo un secolo di abbandono. «Per noi questo luogo è un grande contenitore che promuove i valori dell’uguaglianza – afferma Eva – vogliamo dare respiro al desiderio di fare collettività e condividere società, economia e politica». Auguri, artieri e operai del nuovo secolo. Avremo bisogno della forza di una grande unione per resistere contro questa crisi.