Non è la prima volta che accade e forse non sarà neppure l’ultima. E in qualche seggio l’irregolarità c’era davvero – vecchie matite non copiative, ossia non indelebili, e non siglate «ministero dell’Interno», messe a disposizione per votare – verificata dopo la denuncia di alcuni elettori. Ma la bufala complottistica è diventata virale in poche ore, come le scie chimiche. Tanto da costringere il Viminale ad emettere una nota per assicurare che nei seggi italiani «si utilizzano matite prodotte dal Faber-Castell almeno da cinque anni».

Il ministero specifica anche che per il voto di ieri sono state distribuite 80 mila matite copiative di una partita da 130 mila acquistata quest’anno «dalla ditta Luca srl». Matite già utilizzate «per il referendum sulle trivelle e in occasione delle elezioni amministrative». Anche se, precisa il comunicato ministeriale, e sembra quasi un’ammissione che qualcosa possa essere andato storto, «le Prefetture possono utilizzare anche le matite che sono rimaste in deposito dagli anni precedenti».

«Pazzesco! Cominciano ad arrivare segnalazioni (le prima da Roma e Mantova) di matite elettorali che si possono cancellare con una semplice gomma! Irregolarità che sono state verbalizzate e in vari casi denunciate a Polizia e Carabinieri». Il leader della Lega Matteo Salvini è tra i primi a rilanciare l’allarme dato via fb da Piero Pelù che a metà giornata aveva postato: «La matita che ho usato per votare era cancellabile. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio. Fatelo pure voi è un vostro diritto! – conclude il cantautore italiano – #DavideConGolia. #Eutòpia».

Da quel momento in poi sono decine le persone che da ogni seggio d’Italia giurano di avere tra le mani per votare una matita comune, non di quelle imposte per legge composte di grafite mista a un collante e a un colorante solubile, impossibili da cancellare senza lasciare tracce. E in alcuni casi – ad Isernia, Acilia, Genova, Bracciano, Napoli, nel Salernitano e in altre città – in effetti non tutte le matite messe a disposizione erano regolari e vidimate dal ministero. Interviene perfino il Codacons che annuncia per oggi «un esposto in 140 Procure di tutta Italia».

D’altronde Wikipedia, che appena qualche ora dopo l’esplosione della psicosi collettiva aveva già aggiornato la voce «Matita copiativa», ricorda che oltre a ieri anche «durante le elezioni politiche italiane del 2008 e le elezioni europee del 2009» «sono stati segnalati casi di matite facilmente cancellabili con una gomma. Nei primi due casi non è stato possibile individuare se si trattasse di matite classiche o copiative». In realtà, si appurò dopo che le matite contestate nel 2008 a Genova e nell’anno seguente a Sassari e a Cagliari erano sì regolarmente vidimate dal ministero dell’Interno ma difettose, anche se prodotte in anni diversi.

Quando in serata la bolla paranoica si sgonfia, fermo restando i casi reali, perfino Beppe Grillo prende la “notizia” con ironia: umetta la matita e vota (regolarmente, come deciso dal Consiglio di Stato con sentenza del 1987). Rischi di brogli? «Bisogna rispettare quello che diranno gli italiani», risponde il leader del M5S. E ha fiuto, perché appena qualche ora, con i risultati definitivi del voto, dopo i “complottardi” saranno definitivamente azzittiti.