È un bollettino poetico Il bollettino dei mari alla radio di Marco Pacioni, edito da Aguaplano (pp.76, euro 10). Tra le poesie compaiono fotografie di acqua, pietra e nuvole scattate da Alessandro Celani e Stefano Pizzetti. È un bollettino ma è anche un libro di sogni: in sogno viene Montale, viene Fortini. Viene Pasolini. Viene Baudelaire, vengono Tasso e Benjamin. Si parla di bollettino dei mari… ma forse siamo a Roma. È l’ora di punta, c’è un traffico assordante, anche tra i sepolcri degli inglesi. Ci sono vicoli, frigodistributori, stemmi di sabbia sui portali. Il lavoro è a chiamata. Siamo Nella mela, forse in treno, si intravedono caseggiati, passanti, ci sono gli esperti di risorse umane… ma tutto in fuga.

Siamo a Roma, non c’è dubbio Sampietrini roventi / Durissima Roma. Dunque che mare è questo? Qui gli insetti friggono sulla zanzariera. Qui spaurito ti perdi. Qui c’è l’indifferenza dei semafori. Qui il sognatore attende l’angelo che lo aiuti ad attraversare ed ecco, all’improvviso, entrano in un lampo per vie traverse le dissolvenze oroverdi della Val D’Orcia, la punta di Leuca, le terre d’Abruzzo, e l’Aquila. Già, che mare è questo? Si tratta di quel mare nostrum che è la parola poetica, con i suoi lussi e le sue tempeste. Questo non è un mare tragico, non è un mare tombale, questo è il mare delle possibilità. Ti dà da pensare. In mezzo ci sei Tu e gli altri tu.

In questo libro l’attraversamento della parola mondo è in due passaggi: in lingua e in linguaggio. La lingua è la nostra, il linguaggio si dà in un inglese poetico di scambio immediato, non tradotto. Siamo esseri affollati, ci dice Marco Pacioni, noi tutti siamo stati attesi. In noi c’è un andirivieni, un’ondata, un ritmo. La bruma che accompagna questo andirivieni è una bruma in cui i fantasmi dei poeti amati arrivano in sogno e lasciano consigli, lasciano versi che la memoria del sognatore autore di questo libro trascrive da sveglio alle prime luci dell’alba, come se le poesie venissero da un altro mondo, come se le poesie non fossero sue. Ma suo è il sogno: solo parole d’altri / e ora tue. Dediche, doni. Una poesia è dedicata a Biancamaria Frabotta, e nel libro, a sorpresa compaiono anche alcune poesie non a firma dell’autore ma di altri sognatori: Alessandro Celani, Giuseppe Gnerucci, Stefano Mancini, Gaetano Ciani, Angelo Morasca… e quel monito «vivi al di sotto / delle tue parole / sopra i pensieri //per questo puoi essere noi / e chiunque / per diventare perfino te».

La poesia arriva a noi con le sue onde e ciascuno può sentire che sotto il bollettino dei mari alla radio resiste un umano sussurro, rivolto a chi, sognatore o no, come tutti, non deve sopravvivere, ma vivere.