Proprio mentre il governo italiano cerca di raggiungere un difficile accordo con la Commissione europea sulla nascita di una bad bank in cui far confluire tutte le sofferenze del sistema bancario, dall’Eba, l’Autorità dell’Unione che vigila sul settore bancario, arriva un rapporto a dir poco imbarazzante.

Mentre in tutta Europa calano del 10% i manager della finanza che guadagnano più di 1 milione di euro l’anno – scendono da 3.530 nel 2012, a 3.178 nel 2013 – in Italia gli high earners, come li definisce il rapporto, aumentano di oltre il 26%.

Non solo i nuovi Gekko della finanza italiana passano da 109 a 138, ma, come se non bastasse, aumenta anche il loro stipendio annuo, che sale da una media di 1,6 a 1,9 milioni di euro.

Non è la prima volta che l’European Banking Authority (Eba) accende un faro sugli stipendi dei banchieri europei. Già in passato aveva denunciato una pratica molto diffusa tra gli istituti bancari, per nascondere alcune componenti complementari nella parte fissa dello stipendio dei loro manager, aggirando così – di fatto – le direttive europee che ne limitano i bonus. Infatti, le nuove norme europee stabiliscono un rapporto tra remunerazione variabile e fissa che non deve essere superiore al 100% di quest’ultima. Solo nel caso vi sia una delibera dell’assemblea degli azionisti, questo rapporto può superare il tetto fissato, sempre sotto il 200%.

Anche osservando l’andamento del rapporto tra le diverse componenti dello stipendio, le banche italiane almeno con i loro manager, sembrano di manica larga. È vero che il rapporto tra i bonus e la retribuzione in Italia è in linea con la media europea del 180% – come sottolinea la Banca d’Italia – ma è anche vero che i bonus elargiti continuano a rappresentare il 178% della componente fissa.

Il rapporto segnala anche casi di singole banche, che nello studio non vengono citate, in cui questo rapporto supera il 200%, la soglia massima stabilita nelle direttive europee. Forti disomogeneità, inoltre, tra i diversi stati membri, nelle pratiche di remunerazione.

Sul tema dei compensi d’oro si erano già espressi, in passato, sia la Commissione europea che la Banca d’Italia. Da Bruxelles lo scorso anno con una lettera proprio all’Eba, Michael Barnier, l’ex commissario al Mercato interno e responsabile dei servizi finanziari, chiedeva di verificare le indennità dei manager perché vi era il sospetto di una «violazione del diritto comunitario».

Ancora prima, la Banca d’Italia, nel 2012, in piena crisi economica, aveva formalmente richiamato gli istituti a «contenere i compensi dei manager».

E proprio contro palazzo Koch si scaglia Elio Lannutti, Presidente di Adusbef, da anni in prima fila contro lo strapotere delle banche e della finanza. Per nulla sorpreso dai dati emersi dal rapporto dell’Autorità di vigilanza europea, Lannutti punta il dito contro le autorità di vigilanza italiane che, secondo lui, andrebbero riformate perché «sia la Consob che la Banca d’Italia sarebbero dovute intervenire sulle remunerazioni dei banchieri».
«Questo purtroppo – prosegue il presidente Adusbef ed ex senatore dell’Italia dei Valori – è un paese governato dalle banche dove i governi fanno da maggiordomi ai banchieri. Quando ero al Senato feci approvare una norma che fissava un tetto agli stipendi dei manager, non solo delle banche. Grandi complimenti da tutti i colleghi in parlamento, salvo poi annullare la norma alla Camera».

La Banca d’Italia dopo aver riconosciuto che sono aumentati i manager con retribuzioni superiori a 1 milione di euro, ci tiene a sottolineare che la stessa dinamica si osserva «anche in altri paesi europei» e che «le Autorità di vigilanza si attendono che la remunerazione dei manager sia correlata ai risultati corretti per il rischio».

Eppure, in alcuni casi i bonus milionari non sembrano avere nulla a che fare con il merito.

Nel «Rapporto sulle remunerazioni nel settore bancario», infatti, l’autorità di vigilanza europea riporta anche casi in cui non esiste nessuna correlazione tra i compensi milionari elargiti e le performance economiche della banca. Speriamo almeno non sia il caso del banchiere che, nel 2013, è arrivato a guadagnare 5,7 milioni di euro.