È fermo dal 2013, ultimo disco dato alle stampe To be loved e nel frattempo se ne è andato in giro per il mondo con tour da cui è stato tratto un documentario presentato come evento fuori concorso sabato al Festival di Roma. Da venerdì prossimo «l’assenza» discografica verrà colmata dal nuovo album in studio Nobody but me, il sesto della sua carriera e il primo nelle vesti di produttore. «Una decisione che ho preso due anni fa, mi hanno dato del pazzo ma sono contento di quanto è uscito», spiega Bublè.

Folle ma non troppo, perché il crooner italo canadese non cambia poi molto la ricetta di successo. Sì ci sono cinque inediti, puro pop radiofonico con una spruzzatina di elettronica, ma il piatto forte è – come di consueto- la rivisitazione di standard. Tra questi una curiosa One evening in Rome – dal repertorio di Dean Martin e Only god knows  un evergreen dei Beach Boys (riletto in passato perfino da Bowie…). Sulla prima, il cantante dice: «Ho voluto fare questo tributo a voi, anzi a noi: perché anche se sono canadese, la mia famiglia ha radici italiane».