La manifestazione nazionale «Stop all’invasione», ovvero all’immigrazione, promossa per oggi dalla Lega a Milano, segna un indubbio punto di svolta. In gioco, più di quanto si pensi, sarà la stessa leadership nel centro-destra, ormai a due teste, con Forza Italia e il Nuovo centro destra, da un lato, a contendersi la parte «moderata» dell’elettorato, la Lega e i Fratelli d’Italia, dall’altro, a marcare l’ala più radicale in linea e sintonia con le peggiori formazioni razziste europee.Anche gli ultimi sondaggi segnalano un avvicinamento sul piano del consenso fra i due poli, con FI e l’Ncd, sommati assieme, poco sotto il 20%, e la Lega più FdI attorno al 12%, con il partito di Salvini in risalita all’8%. Per altro proprio oggi i Fratelli d’Italia terranno in contemporanea a Reggio Calabria una loro iniziativa contro Mare Nostrum, non certo una coincidenza. Con la manifestazione odiena, tra i venti e i trentamila i partecipanti previsti, circa duecento i pullman già organizzati, la Lega intenderebbe oltre tutto prenotare la candidatura di Matteo Salvini a Sindaco di Milano.

La mobilitazione, con corteo da Porta Venezia fino a Piazza Duomo, metterà in mostra anche il nuovo volto leghista dopo la svolta delle ultime elezioni europee, un partito meno «padano», capace di muoversi sul piano nazionale, sempre più a immagine e somiglianza del Front national di Marine Le Pen in Francia, ormai il vero modello da seguire. L’annunciata costituzione della cosiddetta Lega dei popoli nel centro-sud, un insieme di sigle e realtà locali, tra le più disparate, con cui federarsi, sostanzierebbe la nuova strategia. Ma le novità non finiscono qui. La Lega punterà infatti nei prossimi mesi in due direzioni. A raccogliere sul piano sociale, attraverso atti di disobbedienza fiscale e occupazioni di piazze, le proteste che quasi un anno fa già furono dei «forconi», ma anche a convogliare nella propria orbita l’estrema destra, puntando a fruire dell’appoggio delle sue sedi e dei suoi militanti, candidandosi a vero partito di riferimento.

Matteo Salvini, come noto, ha fatto visita nei giorni scorsi a Casa Pound, a Roma, nel palazzo occupato di via Napoleone III. Scopo dell’incontro, presente Gianluca Iannone, proprio la gestione della Lega dei popoli, che si dovrebbe giovare del supporto dei militanti neofascisti. Voci indiscrete hanno anche fatto trapelare che a Casa Pound sarebbe arrivato, sempre dalla Lega, un consistente aiuto finanziario a titolo di rimborso per l’ultima campagna elettorale in centro Italia coronata dall’elezione di Mario Borghezio. Un toccasana per «i fascisti del terzo millennio» che verserebbero in cattive acque finanziarie, nonostante l’apertura di ristoranti e osterie tra Roma, Milano e Malaga, con debiti non indifferenti accumulatisi in questi anni. La trasformazione nei fatti di Casa Pound in un’articolazione della Lega nel centro-sud potrebbe risolvere anche questi problemi. In comune lo slogan «prima gli italiani» e l’idea dei «confini da difendere» tramite l’esclusione, la discriminazione e l’imbarbarimento della convivenza civile.

Ma alla manifestazione «contro gli immigrati» non sfilerà solo Casa Pound. Parteciperanno ufficialmente anche quelli di Progetto nazionale (la sigla di copertura del Veneto fronte skinheads), di Destra per Milano, di Patria e Libertà (un grottesco rimasuglio monarchico), di Lealtà azione (ovvero gli Hammerskin), del movimento Patriae che ha raccolto i fuoriusciti di Forza nuova, più un’altra serie di sigle del variegato universo neofascista. Sul palco, dunque, Salvini e forse Iannone, sotto nugoli di camicie verdi e camicie nere.

La risposta della Milano democratica risulta affidata a un arco di forze composto da comunità straniere, coordinamenti studenteschi, centri sociali e sezioni sparse dell’Anpi, più le formazioni della sinistra comunista (Prc, PdcI, Pcdl), riunitisi attorno al cartello di «Milano meticcia, antifascista e antirazzista». L’appuntamento per loro è alle 15 in Largo Cairoli per un contro-corteo nel centro cittadino.

Silente l’intellettualità progressista, così il centro-sinistra, a partire dal suo sindaco. Non proprio una novità.