Cantautore è certo un termine nobile quando si parla di musica in Italia, che porta alla mente nomi importanti (e ingombranti). Alessandro Grazian è sicuramente un cantautore, ma a modo suo. In qualche modo lo si può considerare un compendio di molta musica alternativa italiana dagli anni Ottanta a oggi: nelle sue canzoni intimiste e ironiche, dalla poetica visionaria, risuonano echi di Giovanni Lindo Ferretti e dei Massimo Volume, dei Diaframma come dei Ritmo Tribale.

Un solista che ha il suono e la potenza di una band, pezzi in cui la melodia è sempre trafitta da chitarroni rock, aperture elettroniche, synth e distorsioni. L’età più forte è il suo quarto album ed esce a due anni di distanza da Armi, uno dei migliori dischi italiani degli ultimi tempi. E se in quell’album erano le radici new wave ad affiorare, qui c’è una riscoperta della psichedelia e del dream pop, che rende il sound più positivo, a sottolineare come Grazian sia davvero più forte ora a 38 anni, nel decennale della sua carriera.
«C’è la consapevolezza che spesso è difficile far andare le cose come vogliamo» spiega Grazian, «però è sbagliato arrendersi, è necessario muoversi e scacciare un’immobilità a cui sembriamo destinati». Fare parte di una generazione di mezzo, travolta dal disincanto ma anche piena di opportunità significa comunque agire, sempre e senza fermarsi.

E Grazian ha imparato a fare da sé, mettendo a frutto le esperienze artistiche a tutto tondo, dal teatro alle colonne sonore (finalista a Cannes con il corto L’estate che non viene di Pasquale Marino), fino ai Ritratti, serie di dipinti dedicati a vari protagonisti della scena indipendente italiana, da Capovilla a Benvegnù, da Alessandro Fiori dei Mariposa a Gulino dei Marta Sui Tubi. Proprio Gulino ha ospitato sulla sua piattaforma Musicraiser la raccolta fondi che ha permesso l’uscita del disco, pubblicato dall’etichetta Lavorare Stanca, mentre in fase di arrangiamento L’età più forte vede la partecipazione di Enrico Gabrielli (Calibro 35, tra gli altri) e di Leziero Rescigno (La Crus, Amor Fou). Grazian, appassionato di colonne sonore («Morricone, Riz Ortolani, Trovajoli: gli anni ’70 sono stati un momento d’oro per la musica da cinema ed è tutto made in Italy»), è un musicista eccezionale, spesso chiamato a collaborare con colleghi importanti come Nada o Federico Fiumani.

C’è la stima dei colleghi, «e non può che farmi piacere. Da metà degli anni ’80, quella che chiamiamo canzone d’autore è passata anche attraverso i gruppi, che hanno fatto cose meravigliose. Io sono cresciuto in un periodo straordinario per la musica alternativa, di vero riscatto per il cantato in italiano. E questa è stata la mia educazione musicale ed emotiva».