Un incidente automobilistico a Piombino ha stroncato la vita di Silvia Bonucci, mentre accompagnava al mare la madre.

I lettori ricorderanno i suoi libri (Voci d’un tempo, 2003; Gli ultimi figli, 2006; Distanza di fuga, 2011).

Gli appassionati di cinema la sua collaborazione di traduttrice con Nanni Moretti.

Ma c’è una comunità che pensa a lei soprattutto come una persona intelligente e simpatica che ha animato il movimento dei Girotondi contro le leggi vergogna del governo Berlusconi. Momenti pieni di entusiasmo, come la formidabile manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma, il 14 settembre 2002, cui dette il contributo di un impegno eccezionale.

Silvia era fresca, vivace, libera, indipendente. Ma anche affettuosa e altruista. Era di sinistra, ma fuori dagli schemi. Ascoltava con attenzione, ma senza soggezione: capace di ribattere con energia anche le opinioni di chi riteneva più dotato di lei nell’agire politico. Poteva essere sorprendente, ma l’imprevedibilità non era mai accompagnata dalla presunzione.

Un’amica e una compagna impareggiabile e indimenticabile. Saperla uccisa, insieme alla sua adorata cagnetta, è fonte di un dolore senza rimedio per tutti quelli che l’hanno conosciuta.