A 15 anni dal disastro del G8 e dalla «macelleria messicana» provocato alla scuola Diaz, come ex Ispettore della Polizia di Stato, ex Carbonaro del Movimento di democratizzazione dell’Ex Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza a partire dagli anni ’70 e poi Segretario Provinciale del Siulp, avevo un obbligo oltre quello di aver partecipato al decennale di quegli eventi tremendi sfilando assieme ai manifestanti.

Questo obbligo era di entrare alla scuola Diaz dove comportamenti violenti reiterati avevano provocato feriti e drammi difficilmente superabili.

Appunto l’altra sera in detta scuola si è presentato il libro «Happy Diaz» di Massimo Palma che ha letto alcune pagine per poi ricordare quegli avvenimenti spaventosi da parte dei malmenati e feriti provocati di una certa Polizia che aveva fatto tabula rasa malmenando coloro i quali stavano tranquillamente riposando in detta scuola. Gli interventi di Arnaldo Cestaro, di Lorenzo Guadagnucci e di Mark Cowell facevano così riandare ad un evento dei più gravi, forse il più grave, accaduti addirittura in Europa.

Non era così la Polizia rifondata dalla Legge 121/81 conquistata sul campo con gravi rischi personali in quanto manifestando a quell’epoca si era sottoposti al regime di Codice Penale Militare per cui si poteva essere arrestati per adunata sediziosa e altri reati specifici. Quei sogni di creare una nuova concezione di una polizia veramente democratica con scuole rinnovate nel solco del dettato costituzionale con nuovi funzionari lontani da comportamenti scelbiani di fatto è stata distrutta anche dai partiti che la avevano votata a stragrande maggioranza ma incredibilmente la avevano dimenticata subendo anche l’oltraggio di sottostare tranquillamente da anni alla assunzione di militari provenienti da zone di guerra invece che da normali concorsi civili.

Immaginiamoci per un istante di essere fermati ad un posto di blocco da tali personaggi…

Penso che il G8 abbia distrutto quel movimento che intendeva ragionare su tematiche importanti e abbia fatto cadere in un baratro senza fine la Riforma 121/81 e chi gli ha dato un bel colpo finale è stato chiaramente Roberto Sgalla portavoce dell’epoca del Capo della Polizia De Gennaro che proprio mentre i feriti lo sfioravano all’interno del cortile della Diaz aveva avuto il coraggio di affermare che detto sangue era da attribuirsi agli scontri dei giorni pregressi.

Se dette parole le avesse dette un funzionario normale era una cosa «passabile» ma se a pronunciarle è stato l’ex Segretario Generale del più grande Sindacato dei poliziotti, il Siulp che all’epoca aveva 30.000 iscritti, non avevamo e non abbiamo più speranze.

Tristissimo affermarlo ma tale messaggio era chiaro e lampante, non disgiunto poi da promozioni avvenute sul campo dei dirigenti di quel fatto anche se condannati.

Uscendo dalla Diaz alle 23 ho fotografato la scuola e brividi ghiacciati mi hanno provocato una sensazione di vuoto ma gli eventi accaduti giustamente devono/dovranno fare ricordare quel martirio ogni volta che la si osserverà e per sempre.

Orlando Botti, ex Ispettore Capo della Polizia di Stato