Vorremmo segnalare il mancato rispetto del diritto di voto che subiremo in occasione del prossimo referendum costituzionale.

Siamo da due anni nel percorso dell’adozione internazionale che si è felicemente concluso con la nostra prossima partenza per un soggiorno di due mesi in Cile, al termine del quale torneremo con due meravigliosi bambini. Naturalmente, la serenità della nostra futura famiglia ci sta a cuore tanto quanto la serenità del paese in cui vivremo.

Per cui vorremmo – come speriamo milioni di altri – votare un netto No alla riforma autoritaria del governo Renzi. Abbiamo chiamato di conseguenza il Ministero degli Affari Esteri per sapere come poter votare dal Cile e abbiamo scoperto che la possibilità di voto è riconosciuta alle persone «temporaneamente all’estero» solo se la permanenza è di almeno 3 mesi e per motivi di lavoro, studio o cure mediche.

Quindi noi siamo esclusi! Siamo rimasti senza parole. Ad aggravare il fatto – già di per sé impensabile in una moderna democrazia – le risposte inaccettabili del funzionario del ministero a cui abbiamo chiesto chiarimenti. Si commentano da sole: “e allora facciamo votare anche chi va in vacanza?” “in alcuni paesi il voto dei temporaneamente all’estero non esiste”.

La nostra indignazione è doppiamente alle stelle. Per la parzialità della legge parziale sul diritto di voto all’estero e per i toni ormai sempre più costantemente sprezzanti da parte delle istituzioni e di chi le rappresenta nei confronti di persone e diritti.