Sabato 21 marzo a Bologna più di 150 mila persone sfileranno per le vie della città per chiedere verità e giustizia per le vittime innocenti delle mafie. Saranno presenti più di 600 familiari in rappresentanza di un coordinamento di oltre 15 mila persone che hanno perso un loro caro per mano della violenza mafiosa.

Anche quest’anno il 21 marzo, nel primo giorno di Primavera, Libera promuove insieme con Avviso pubblico la ventesima edizione della «Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia», per ricordare e rinnovare l’impegno nella lotta contro la criminalità organizzata, ma non solo. Alla manifestazione, che partirà alle 9.30 nella zona antistante lo stadio Dall’Ara e si concluderà a Piazza VIII agosto con la lettura dei nomi, parteciperanno anche i familiari di vittime provenienti dal Messico, dall’Argentina, dalla Bosnia. Così come saranno ricordate, nel loro 35esimo anniversario, le vittime della strage del 2 agosto della stazione di Bologna e di Ustica, quelle del brutale genocidio di Srebrenica, che ricorre proprio il 20 marzo e le vittime della banda della Uno bianca e del rapido 904.

«La verità illumina la giustizia» è il tema che abbiamo scelto quest’anno. Il nostro è un paese di stragi impunite dove ancora troppe persone attendono verità e giustizia. Ed è un paese in cui troppe persone muoiono per difendere la democrazia ed a causa dei suoi vuoti. All’ombra di un potere solo formalmente democratico, che in nome delle «ragioni di Stato» ha spesso cancellato i confini della democrazia rendendo lecito l’illecito, sono cresciuti molti dei mali del nostro paese. L’opacità del potere ha spesso trovato nel grigiore delle coscienze un grande alleato. Le mafie trovano nella corruzione e nella mafiosità diffusa le leve attraverso le quali perpetrare i loro affari criminali e non, mentre avvelenano l’anima di un paese in cui la crisi rafforza ulteriormente la ricattabilità dei cittadini costretti a vivere e spesso a sopravvivere in mezzo a mille difficoltà. L’aumento delle diseguaglianze è la causa che produce la crisi, alla quale le politiche di austerità hanno dato un ulteriore spinta negativa nel corso di questi 7 lunghissimi anni di impoverimento economico, sociale e culturale. È questo un altro elemento sul quale ci siamo presi le nostre responsabilità e sul quale siamo impegnati nel corso di questi ultimi anni.

C’è evidentemente un nesso tra mafia e miseria. Quando la disoccupazione giovanile al sud va oltre il 60%, quando la dispersione scolastica nel nostro paese diventa la più alta d’Europa (17,6% contro il 13,2%), quando la povertà minorile arriva ad essere la più alta del continente (1.423.000 di minori in povertà), quando la precarietà e la disoccupazione arrivano a coinvolgere milioni di cittadini, quando si taglia il welfare, quando si tagliano i fondi per gli enti locali, quando molti dei diritti sociali vengono messi in discussione, è evidente che le mafie e la corruzione si rafforzano. Lo abbiamo detto spesso che se le mafie sono così forti è anche perché glielo abbiamo permesso. Aver promosso la campagna Miseria Ladra insieme al Gruppo Abele, con il sostegno fondamentale di oltre 1300 realtà del sociale e del volontariato laico e cattolico, è stata ed è la nostra risposta alla crisi ed all’intreccio tra mafia e povertà (www.miserialadra.it). Ma non basta. Responsabilità ed impegno sono le strade che abbiamo scelto di seguire, rifiutando tentazioni e scorciatoie che mettono spesso insieme in questa fase nuova populismi e trasformismi. Per questo abbiamo un grande bisogno di luce e di verità. Se viviamo una crisi culturale che ha messo in discussione l’etica individuale e collettiva, il nostro impegno va alla costruzione di un «noi» capace di rigenerare un pensiero collettivo ancorato ai valori della Costituzione.

A partire da quel «super valore» che ha declinato tutto gli altri: la dignità umana. È questo il lascito del costituzionalismo del ‘900, in risposta alla brutalità della guerra mondiale e alla miseria. Il raggiungimento e riconoscimento della intangibilità della dignità umana sono il fine ultimo delle ragioni della Carta costituzionale. I diritti sono lo strumento per renderla prescrittibile e per garantire la giustizia sociale, che oggi come ieri rappresenta la precondizione per sconfiggere le mafie. Ed è proprio per garantire la dignità in un momento in cui le scelte politiche sono orientate su altre priorità che abbiamo indicato al primo punto del nostro manifesto di Contromafie la richiesta di istituire il Reddito di Cittadinanza o Minimo. Per dare seguito al nostro impegno ci siamo assunti la responsabilità lo scorso 13 marzo di lanciare la campagna per il Reddito di Dignità (www.campagnareddito.eu).

La proposta del reddito di dignità, così come le altre frutto della discussione generata nei nostri movimenti e realtà sociali con il manifesto di Contromafie, saranno affrontate nei 18 seminari che il 21 marzo nel pomeriggio dalle 14:30 alle 17:00, si terranno nel centro di Bologna (www.memoriaeimpegno.it).

Vogliamo, insieme a tutte quelle realtà da prima di noi impegnate sul tema, raccogliere un milione di firme per chiedere che alla fine dei 100 giorni della campagna venga calendarizzata e discussa in Parlamento un legge per istituire il reddito di cittadinanza, così come previsto in tutti i paesi europei con la sola esclusione del nostro paese, della Grecia e della Bulgaria. Una misura urgente e necessaria per contrastare diseguaglianze e mafie.