Si chiamava «un caffè di solidarietà», la manifestazione organizzata dall’Associazione nazionale presidi diretta da Mario Rusconi per giovedì mattina al liceo Virgilio di Roma. Solidarietà con la preside del liceo romano Irene Baldriga contestata dagli studenti di sinistra della scuola e dai genitori democratici per i suoi metodi che hanno portato, tra l’altro, a un blitz dei carabinieri con l’arresto di uno studente 19enne ripreso da telecamere, non segnalate, a spacciare un grammo e tre di hashish a un altro studente minorenne.

Una cinquantina di presidi capitanati da Rusconi hanno regalato alla collega Baldriga altrettante tazzine di caffè. Ma la solidarietà più consistente alla sua linea di repressione senza dialogo le è arrivata da tutti i candidati del centrodestra per le elezioni amministrative a Roma, da Giorgia Meloni a Alfio Marchini, oltre al deputato dell’Ncd Gianni Sammarco, al capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli e al senatore Carlo Giovanardi, primo fautore della linea law & order contro le dipendenze.

Solidarietà pesanti, alle quali si aggiunge il sindacato di polizia Cosap, uno dei più agguerriti contro le battaglie per la verità dei familiari di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi.

Nel frattempo i genitori del Virgilio di “Insieme per il Virgilio”, lista di maggioranza rappresentata in Consiglio, hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera pubblica con cui rispondono alle varie interviste della preside Baldriga nelle quali venivano da lei descritti come sobillatori degli studenti, estremisti, fautori di una scuola come zona franca per lo spaccio di sostanze stupefacenti, incapaci di educare i loro figli alla legalità, di cui lei si sente unica paladina assediata.

La lettera si dissocia da questa immagine diffamante e ricorda alla preside che nessun genitore difendere il consumo di droga, il fumo nella scuola, nessuno ha affermato che deve essere uno spazio franco. «Ci siamo,invece,confrontati sulle metodologie più efficaci e stiamo ovviamente riflettendo su quello che è successo e come si sarebbe potuto evitare, preservando la specificità dello spazio educativo. Ed è importante non fomentare i conflitti tra buoni e cattivi, genitori o studenti. Il principale contributo alla legalità – ribadiscono i genitori – è la partecipazione democratica di ogni cittadino, genitore, studente alla scuola pubblica, quale bene comune».

Ribadiscono inoltre che la scuola e le famiglie non devono declinare il loro ruolo educativo, fatto di formazione, prevenzione, educazione alla cittadinanza. «La scuola e le famiglie devono lavorare per creare relazioni di fiducia – scrivono ancora – con gli studenti, aiutare a rialzarsi quando cadono, trovare insieme ai ragazzi le strade per dire no ad ogni dipendenza. Considerando gli studenti dei cittadini e non dei sudditi». Insomma, considerando le famiglie, non come nemiche, ma come risorse per la scuola.

I genitori, che non hanno ricevuto dalla preside Baldriga, neanche quelli eletti negli organi collegiali, un invito al dialogo ma solo un atteggiamento muro contro muro, si sono autoconvocati per una assemblea che si terrà nei prossimi giorni.

Il caffè della Baldriga può essere risultato nel complesso piuttosto amaro, visto che si trova sempre più isolata dalle componenti democratiche sia all’interno sia all’esterno della sua scuola.