Stefano Jacono e Diego Borgazzi oltre che esercenti (gestiscono il cinema Classico di Torino su cui Luciano Del Sette ha scritto sul numero di Alias del 10 dicembre) sono anche distributori.
Con la Movies Inspired fondata nel 2007 si sono ritagliati in Italia un posto importante nel panorama delle piccole società di distribuzione che coraggiosamente puntano su un cinema difficile e fuori dagli schemi, su giovani autori emergenti beniamini dei Festival ma sconosciuti ai più e ignorati dalla grande distribuzione. La Movies Inspired li distribuisce anche in dvd e lancia molti titoli inediti direttamente per l’home video.

Tra questi Il duello di Kieran Darcy-Smith (2016), Parts Per Billion di Brian Horiuch (2014).

XAVIER DOLAN
Ora è uscito un prezioso cofanetto (collana Collection dell’etichetta internazionale Sound Mirror) dedicato all’enfant prodige del cinema canadese Xavier Dolan che raccoglie i primi quattro film prima di Mommy e È solo la fine del mondo. J’ai tué ma mère (2009), Les amours imaginaires (2010), Laurence Anyways (2012), Tom à la ferme (2013) proposti in versione originale con sottotitoli italiani e con extra (interviste, trailer, scene tagliate) sono un’occasione per i tanti che non hanno avuto l’opportunità di vederli in sala di misurare il talento visivo e narrativo di uno degli autori contemporanei più interessanti, che a soli 27 anni ha già all’attivo sei film ed è amato dal pubblico e dalla critica internazionale.

BÉLA TARR
Da non perdere il cofanetto su Béla Tarr (Sound Mirror, Collection) distribuito anche questo da Movies Inspired che contiene 10 dvd con tutti e 9 i lungometraggi del grande regista ungherese che nonostante le proverbiali durate soprattutto degli ultimi 4 film (si va dai 139 minuti di L’uomo di Londra ai 450 del capolavoro Satantango), negli ultimi anni ha conquistato giurie e platee dei più importanti Festival ed è diventato un idolo della cinefilia internazionale. Questi due film più gli altri 7 proposti, da Nido familiare (il primo realizzato nel 1979) a The Outsider, da Rapporti prefabbricati a Almanacco d’autunno, da Perdizione a Le armonie di Werckmeister e l’ultimo Il cavallo di Torino (2011) premiato con l’Orso d’Argento al Festival di Berlino, consentono una visione globale che restituisce la statura reale di un autore che ha gettato uno sguardo profondo e oggettivo su una realtà immutabile e sul suo lento e inevitabile dissolversi. Nell’arco di oltre 30 anni, Bèla Tarr ha creato con uno stile personale, soluzioni audaci, un’opera sulla dignità umana plasticamente misteriosa che allude a una nuova realtà parallela. Contenuti speciali di alto livello con un Prologo, il Macbeth televisivo, Hotel Magnezit (1978) uno dei primissimi lavori del regista, Viaggio nella pianura ungherese (1995) dove l’attore e compositore Mihály Vig passeggia negli stessi luoghi in cui è stato girato Satantango e infine recita una poesia di Sándor Petofi che in quei luoghi visse all’inizio dell’800.
«Non mi sono mai ritenuto un regista: pensavo che la mia unica missione fosse cambiare il mondo» ha dichiarato Tarr con l’umiltà dei grandi.