La Cina cambia, si trasforma e prova a trovare «la quadra» tra maoismo, capitalismo e confucianesimo. Il «sogno cinese» di Xi Jinping vorrebbe, tra le altre cose, trasformare l’identità cinese, attraverso un nuovo periodo di «rinascita». Abbiamo intervistato, Wenshan Jia, professore alla Chapman University e studioso del concetto, quanto mai rilevante, dell’«identità cinese».

Partiamo da Hong Kong: in che modo le proteste influiranno, se questo accadrà, sul Plenum?

L’unico modo in cui influiranno sarà in un aumento della sicurezza; finiranno per unire ancora di più il Partito intorno alla leadership di Xi Jinping e la sua visione di un sogno cinese che veda una sorta di rinascita dell’identità cinese. Non a caso Xi Jinping ha tenuto un profilo piuttosto basso, impegnato a preparare il Plenum ed è sembrato poco intenzionato a dare a Hong Kong troppa visibilità.

Le proteste di Hong Kong potrebbero creare problemi a regioni come Tibet e Xinjiang?

Credo di no, sia Tibet sia Xinjiang hanno già avuto molte proteste negli ultimi tempi, ma sono situazioni diverse. La guida Xi-Li sembra aver lavorato proprio per evitare che quanto accade a Hong Kong possa ripercuotersi all’interno.

In che modo dunque la Cina si prepara a ragionare sul concetto di «Stato di diritto»?

Ci sono diversi obiettivi: proseguirà la lotta alla corruzione; le questioni legali inoltre saranno rese più professionali. Ciò significa che le leggi saranno seguite ed applicate, a differenza del passato, quando molte leggi sono state approvate, ma mai applicate. Questo significa anche che, mentre il Pcc fornirà la leadership nel campo del diritto, alla legge sarà data maggiore indipendenza e autonomia.

Come possiamo definire, oggi, la leadership di Xi?

La leadership di Xi potrebbe essere definita come una «ri-concentrazione» del potere per una nazione cinese più forte e una visione più unitaria, per realizzare il sogno della rinascita cinese. Finora, ha avuto un discreto successo.

Cosa pensa dell’identità cinese di oggi?

L’identità cinese di oggi è stato ricostruita con un cambiamento strategico verso la tradizione, una caratteristica importante del «sogno cinese». Negli ultimi 140 anni, incluso il periodo della rivoluzione comunista, l’identità culturale cinese è andata in frantumi con lo slogan «Abbasso il Tempio di Confucio». Nel corso degli ultimi 30 anni, con l’attuazione dell’economia di mercato, la tradizione culturale cinese è stata messa all’angolo dalla rivoluzione economica. Oggi la nuova identità culturale cinese sembra attingere a tre fonti principali: la tradizione culturale sarà la base sociale, l’ideologia marxista-maoista rimarrà la principale fonte della leadership politica, dell’unità e della mobilitazione sociale, mentre l’economia di mercato rimarrà la principale fonte della forza economica e un ponte verso altre culture, in particolare i mercati degli altri Stati-nazione.

In che modo dunque il confucianesimo torna ad essere centrale?

Xi e Li hanno già creato un obbligo giuridico basato sul confucianesimo secondo il quale i giovani, per legge, sono tenuti a visitare i loro genitori ogni anno e dare loro sostegno psicologico e finanziario. Il tipo confuciano di educazione morale e rituale sarà attuato in tutto il paese a tutti i livelli di istruzione. I politici saranno probabilmente selezionati sulla base di un mix di competenza economica marxista, confuciana che costituiscono la base della meritocrazia. Ad esempio, i funzionari governativi che non agiscono con i metodi confuciani nella vita familiare e sociale possono essere degradati o rimossi dai propri incarico.

In che modo l’immagine cinese è cambiata, o meno, nei paesi occidentali durante la leadership di Xi?

I Paesi occidentali, soprattutto gli Stati uniti, invece di lodare la leadership di Xi per il suo record nell’anti-corruzione, si sentono sorpresi e anche delusi dal fatto che sotto la guida di Xi, la Cina sembra diventare più assertiva in campo internazionale (come nel caso delle isole Diaoyu). La Cina sta tornando ad abbracciare il suo passato come parte degli sforzi per la rinascita cinese, invece di diventare più simile ai paesi occidentali in politica. A mio parere, la Cina abbraccerà la democrazia in modo cinese in considerazione del fatto che diversi milioni di giovani cinesi hanno studiato o stanno studiando nei paesi occidentali e circa la metà sono tornati in Cina. La priorità attuale è quella di creare un ambiente capace di creare una sinergia tra marxismo-maoismo e capitalismo: entrambi hanno messo radici nella politica cinese e nella società. La compenetrazione tra il marxismo-confucianesimo-capitalismo probabilmente creerà una Cina molto intraprendente e forte. Il consiglio ai paesi occidentali è di abbandonare la supposta superiorità culturale e imparare il più possibile dalla tradizione culturale cinese e studiare la sinergia emergente tra le tre ideologie che la Cina sta sperimentando.